domenica, 29 Settembre, 2024
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‘Produzione di proinsulina umana nel latte di bovini transgenici’, lo studio

Una bovina bruna del sud del Brasile è passata alla storia come la prima mucca transgenica capace di produrre insulina umana nel suo latte. Il risultato, guidato da ricercatori dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign negli Usa e dell’Università di San Paolo, potrebbe annunciare una nuova era nella produzione di insulina, eliminando in futuro la scarsità di farmaci e gli alti costi per le persone che vivono con il diabete. “Madre Natura ha progettato la ghiandola mammaria come una fabbrica per produrre proteine in modo davvero, davvero efficiente. Possiamo trarre vantaggio da questo sistema per produrre una proteina che può aiutare centinaia di milioni di persone in tutto il mondo”, ha affermato Matt Wheeler, professore presso il Dipartimento di Scienze animali, parte del College di Scienze Agrarie, del Consumo e Ambientali (ACES) presso l’Università di Washington. Matt Wheeler è l’autore principale di questa interessante ricerca recentemente pubblicata sul Biotechnology Journal, che descrive lo sviluppo della mucca produttrice di insulina umana, un risultato dimostrativo che potrebbe essere ampliato dopo ulteriori test e l’approvazione della FDA (ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici).

Inserito un segmento di Dna umano

Il team di ricercatori brasiliani ha inserito un segmento di DNA umano per la produzione di proinsulina, la proteina precursore della forma attiva dell’insulina, nei nuclei cellulari di 10 embrioni di mucca. Successivamente, questi embrioni modificati sono stati impiantati nell’utero di mucche normali, una delle quali ha dato alla luce un vitello transgenico. Una volta raggiunta la maturità, la mucca è stata sottoposta a inseminazione artificiale per indurre una gravidanza e una lattazione spontanea, ma i tentativi non hanno avuto successo. Dunque i ricercatori hanno deciso di indurre la produzione di latte attraverso una stimolazione ormonale: in questo modo hanno ottenuto una quantità di latte inferiore a quella che avrebbero avuto dopo la nascita di un vitello, ma comunque sufficiente per poter rilevare la presenza di proinsulina e a sorpresa, anche di insulina umana. “Il nostro obiettivo era quello di produrre proinsulina, purificarla in insulina e partire da lì. Ma sostanzialmente la mucca lo ha elaborato da sola. Produce circa tre a uno di insulina biologicamente attiva in proinsulina”, ha spiegato Wheeler.

La speranza di produrre fornitura mondiale in un anno

Per poter utilizzare l’insulina e la proinsulina, è dunque necessario estrarle e purificarle. Wheeler ipotizza che se ogni mucca potesse produrre 1 grammo di insulina per litro di latte, il sistema potrebbe generare una quantità significativa di insulina: considerando che un grammo equivale a 28.818 unità di insulina e che le mucche Holstein (la vacca più allevata nel mondo) possono produrre fino a 50 litri di latte al giorno, le potenzialità di produzione di insulina sono notevoli. Ora il team prevede di clonare nuovamente la mucca transgenica ed è ottimista sul fatto che raggiungeranno maggiori successi con cicli di gravidanza e allattamento completi nella prossima generazione. Inoltre, i ricercatori sperano di ottenere tori transgenici da far accoppiare con le femmine, generando una prole transgenica che possa essere utilizzata per formare una mandria. Secondo Wheeler, anche un piccolo allevamento potrebbe rapidamente superare i metodi esistenti per la produzione di insulina. “Per quanto riguarda la produzione di massa di insulina nel latte, sarebbero necessarie strutture specializzate e di alto livello sanitario per il bestiame, ma non è niente di straordinario per la nostra consolidata industria lattiero-casearia”, ha affermato Wheeler. Sarebbero necessari un sistema efficiente per raccogliere e purificare i prodotti insulinici, nonché l’approvazione della FDA, prima che le mucche transgeniche potessero fornire insulina ai diabetici di tutto il mondo. “Penso a un futuro in cui una mandria di 100 capi, equivalente a un piccolo caseificio del Wisconsin, potrebbe produrre tutta l’insulina necessaria per il Paese. Si potrebbe produrre la fornitura mondiale in un anno”, ha concluso il ricercatore.

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