La solitudine è una brutta bestia, specie in questo frangente della nostra vita, in cui, a causa delle misure limitative della libertà di circolazione, siamo obbligati a restare in casa per spezzare la catena del contagio.
Di qui l’idea delle suore dorotee di Vicenza desiderano di essere in qualche modo vicine e di donare ascolto a chi ne ha bisogno attraverso la istituzione di un numero telefonico al quale risponderà una sorella disponibile ad ascoltare, dialogare e pregare con chi si sente solo o demoralizzato.
Tutti i giorni dalle 8.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 18, a partire dallo scorso, 25 marzo, festa dell’Annunziazione, si può chiamare il numero è 353 4061229 per avere conforto, trovare un po’ di speranza, anche per recitare, insieme, una preghiera.
Le suore dorotee sono le varie congregazioni femminili intitolate a santa Dorotea, derivate dalla pia Opera di Santa Dorotea fondata a Calcinate (Bergamo) da Luca e Marco Celio Passi nel 1815 per l’assistenza delle fanciulle abbandonate.
Gli appassionati di politica avranno certamente associato il nome ad una famosa “corrente” della Democrazia Cristiana. E, in effetti, il gruppo politico democristiano dei Dorotei prese il nome dal convento romano delle Dorotee della Frassinetti al Gianicolo, dove quanti intendevano aderire alla corrente si riunirono nel 1959.
L’iniziativa del “Telefono amico” promossa dalle suore va, senza dubbio, elogiata.
L’emergenza che stiamo vivendo ha colto tutti impreparati, in quanto a nulla è valso il grande progresso culturale e tecnologico di fronte ad un nemico così insidioso e pericoloso. “Siamo passati – spiega la psicologa Annarita Di Somma, presidente dell’associazione “Alchimie” – da una fase in cui sembrava addirittura esagerata l’eco dei media sul pericolo del coronavirus, ad una fase in cui siamo diventati un po’ tutti ossessivo-compulsivi perché temiamo di poterci contagiare ovunque o al contrario di essere degli inconsapevoli untori. Le notizie che ci arrivano dai social, dai telegiornali, insieme alle misure sempre più restrittive che a dovere impongono i continui decreti ministeriali, aumentano la consapevolezza della portata del fenomeno ed aumentano di conseguenza le nostre ansie”. Un sostegno, un supporto è, dunque, necessario per uscire dal tunnel”.