lunedì, 16 Dicembre, 2024
Attualità

Mosca: “zona cuscinetto” in Ucraina. Quirinale: nessuna lettera a Putin

Usa pronti a negoziare con Cina e Russia per il controllo delle atomiche

Il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione europea ha deciso di aumentare il massimale finanziario del Fondo europeo per la pace (EPF) di 5 miliardi di euro e di destinare questa integrazione all’Ucraina. L’Europa non riconosce i risultati elettori nelle aree occupati dell’Ucraina, mentre Cina e India si congratulano con Putin. Opinioni opposte sui risultati del voto dei vicepremier italiani: Salvini e Tajani, mentre la Russia prepara una “zona cuscinetto” ai confini con l’Ucraina. A sorpresa gli Stati Uniti invitano Cina e Russia a trattative per il controllo degli armamenti.

Bruxelles concede altri fondi

L’Unione europea intanto mette a disposizione altri finanziamenti per la guerra, un fondo che “consentirà all’Ue di sostenere ulteriormente le esigenze in evoluzione delle Forze Armate ucraine attraverso la fornitura di equipaggiamenti militari letali e non letali e la formazione; cercherà di massimizzare il valore aggiunto dell’Ue in termini di maggiore e migliore supporto operativo all’Ucraina, integrando gli sforzi bilaterali degli Stati membri e concentrandosi su un maggiore approvvigionamento congiunto da parte delle industrie della difesa europee e norvegesi”. Nonostante, il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha espresso dubbi sul fatto che l’Unione sia in grado di sviluppare una posizione comune, in base alla proposta Macron, sul potenziale invio di truppe occidentali sul territorio dell’Ucraina: “non credo che sia possibile essere d’accordo su una cosa del genere.”
L’Unione europea, comunque, condanna fermamente lo svolgimento illegale delle cosiddette “elezioni” nei territori dell’Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia.

L’America ora accordo sugli arsenali

Mentre gli Stati Uniti, hanno annunciato che sono pronti a impegnarsi in negoziati bilaterali sul controllo degli armamenti con la Cina e la Russia senza alcuna precondizione. Lo ha dichiarato l’ambasciatrice di Washington presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield. “Gli Stati Uniti sono disposti a impegnarsi in discussioni bilaterali sul controllo degli armamenti con la Russia e la Cina in questo momento, senza precondizioni. Tutto quello che devono fare è dire ‘sì’ e venire al tavolo in buona fede”, ha dichiarato Thomas-Greenfield durante una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Il plebiscito contestato

Intanto al Cremlino si festeggia la rielezione del Presidente Vladimir Putin che, a scrutinio concluso, si è affermato per il quinto mandato con l’87,28% dei voti espressi. Altri sei anni di potere che si aggiungono ai 24 finora espletati. Un trionfo che il portavoce Peskov ha definito “unico” e che dimostra “il consolidamento” del sostegno del popolo russo a Putin. Paesi come Gran Bretagna, Francia e Germania non hanno riconosciuto il risultato elettorale. Al contrario Cina, Venezuela, India, Iran, Corea del Nord e Anp si sono congratulati. Anche il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie si è congratulato con Vladimir Putin per la sua “convincente” vittoria alle elezioni presidenziali e ha augurato l’aiuto di Dio nel suo lavoro. Le opposizioni, fuori e dentro la Russia, hanno fatto molto rumore durante la tornata elettorale, dimostrando che esistono e che il plebiscito non è lo specchio della realtà politica. Il leader russo, in una conferenza stampa, ha anche risposto a domande sulla sorte di Alexei Navalny, e ha confermato che erano ipotizzate trattative per la sua liberazione in cambio di prigionieri russi in Occidente, ma poi è sopraggiunta la morte del dissidente.

La zona cuscinetto

Un trionfo politico che arriva durante una fase positiva per la Russia al fronte, soprattutto dopo la presa della città di Avdiivka e le difficoltà dell’esercito ucraino, in balìa degli aiuti occidentali. L’economia – di guerra – russa cresce del 3,6% e ora, come ha detto il leader russo: “tutto è possibile nel mondo moderno”, anche “la terza guerra mondiale” se la Nato entrerà nel conflitto. Al Presidente francese Macron, Putin ha mandato un messaggio diretto: “mi piacerebbe molto – ha detto – che la Francia non svolgesse un ruolo che porta all’aggravarsi del conflitto.” “Non tutto è perduto.” Il Cremlino ora punta a creare una “zona cuscinetto” che metta le regioni russe al di fuori della portata del fuoco ucraino. Il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha dichiarato: “sullo sfondo degli attacchi dei droni (ucraini) e del bombardamento del nostro territorio: strutture pubbliche, edifici residenziali, devono essere prese misure per mettere in sicurezza questi territori. La sicurezza può essere garantita solo creando una sorta di zona cuscinetto, in modo che i mezzi che il nemico usa per colpirci siano fuori portata”.

Putin e i suoi “avversari” in piazza Rossa

Poi le previsioni giornalistiche che parlano di cambi ai vertici con nuova generazione di fedelissimi. Gli asset confiscati alla francese Danone dovrebbero andare al ventinovenne Mintimer Mingazov, mentre il nuovo capo del governo dovrebbe essere Dimitry Patrushev, figlio di uno degli uomini più vicini a Putin. Ieri, intanto, grande concerto sulla Piazza Rossa, in coincidenza con la celebrazione del decimo anniversario dell’annessione della Crimea con in apertura il saluto del neo eletto Presidente, salito sul palco assieme agli altri tre candidati sconfitti; hanno preso dal 3 al 4% ciascuno. Tutti hanno detto di avere “una sola patria.”

I commenti “opposti” di Salvini e Tajani

Sulle elezioni russe, in Italia si sono registrati commenti dei vicepremier Salvini e Tajani. Il primo ha detto che “quando un popolo vota ha sempre ragione, ovunque voti.” Insomma una “presa d’atto” senza un “giudizio positivo o negativo.” Mentre Tajani ha sottolineato che quelle russe sono state “elezioni caratterizzate da pressioni forti e violente.” Poi ha ricordato la vicenda Navalny e il fatto che “non c’erano candidati e avversari di Putin. Non mi sembra – ha concluso – che siano elezioni che rispettano i criteri che rispettiamo noi.”

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