Alla ‘Industry Stakeholder Conference’, prima interazione ufficiale con il G7, organizzata da Confindustria, a Verona, in concomitanza con la riunione ministeriale del G7 su “Industria, Tecnologia e Digitale”, è stata posta al centro dell’agenda l’opportunità della “data economy” e dalle tecnologie digitali. Si sono cercate risposte a come rafforzare la cooperazione tra i Paesi del G7 per la condivisione di codici etici e standard operativi per l’IA, riducendo al minimo i rischi associati agli abusi e aumentando il potenziale dell’IA nella competitività delle imprese.
Per le imprese 775 milioni di consumatori
In coincidenza con gli appuntamenti ministeriali sui quattro temi prioritari in agenda si terranno anche deisummit, denominati “B7” e coinvolgeranno il mondo del business. L’obiettivo è far dialogare i due mondi, imprese e amministrazioni pubbliche, nelle diverse tappe di avvicinamento al G7 di giugno. Questa nuova modalità di confronto è partita da Verona, sui temi dell’industria e dell’IA, e proseguirà a Torino, a fine aprile, con l’energia. Per molti amministratori delegati, rappresentanti apicali di organizzazioni imprenditoriali dei paesi G7 e di imprese internazionali è stata l’occasione per discutere i fattori chiave che influenzano la produttività e la competitività industriale. I paesi del G7 rappresentano 775 milioni di consumatori, con oltre 3,5 milioni di imprese associate alle Confindustrie dei singoli paesi e oltre 30 milioni di aziende attive, le loro economie contribuiscono per il 43% al Pil globale e per oltre il 30% del valore degli scambi globali di beni e servizi.
Digitalizzazione e regole
“La digitalizzazione è fondamentale per tutti i settori industriali, sia nel privato sia nel pubblico: come B7 ci impegneremo per promuovere le competenze digitali oltre i confini delle imprese e raggiungere anche le pubbliche amministrazioni, in modo da rafforzare la sicurezza dell’accesso ai dati e fornire alle stesse imprese e ai cittadini servizi più efficienti e più sicuri”, ha sottolineato Emma Marcegaglia, leader confindustriale italiana. “Siamo consapevoli dei rischi associati all’AI e il G7 si è impegnato a sviluppare codici etici armonizzati – ha aggiunto -. È un passaggio decisivo: il B7 è pronto ad elaborare raccomandazioni di policy per consentire alle applicazioni dell’AI di dispiegare tutto il loro potenziale positivo, rendendo l’industria dei nostri Paesi sempre più forte e competitiva”.
Il valore dei mercati
Secondo le stime del B7 il mercato dell’Intelligenza Artificiale potrebbe arrivare a 373 miliardi di dollari nel 2024 e a 946 miliardi di dollari entro il 2030. In particolare, a crescere maggiormente sarebbe il valore del mercato del Machine Learning (528 miliardi di dollari), dell’AI generativa (207 miliardi di dollari) e delle applicazioni AI alla robotica (37 miliardi di dollari al 2030). Per quanto riguarda l’impatto sulle diverse regioni del pianeta, si stima che nel 2030 il mercato dell’AI raggiungerà i 202,5 miliardi di dollari in Europa (con leva sull’indotto pari all’8,8% del Pil), i 237 miliardi di dollari in Usa, i 105 miliardi di dollari in Cina e 15 miliardi di dollari in India. Riguardo la digitalizzazionenel 2022 in Europa (inclusa UK) il 69% delle aziende manifatturiere ha adottato tecnologie digitali avanzate nella produzione. Il dato sale al 98% nella media tra Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. Si prevede che gli investimenti globali – pubblici e privati – per la trasformazione digitale raggiungeranno i 3,4 mila miliardi di dollari entro il 2026.