Dodici milioni di italiani e italiane non riescono a dormire per una notte intera, calmi, senza interrompere il sonno. L’Aims, l’Associazione italiana di medicina del sonno, stima che circa 1 adulto su 4 soffra di insonnia cronica o transitoria, con una prevalenza del sesso femminile pari a circa il 60% del totale. Il 20% dei casi riguarda invece bambini e ragazzi. Un quadro preoccupante perché gli esperti come il professor Alessandro Padovani ritengono “un sonno frammentato e disturbato favorire la deposizione patologica nel cervello di proteine anomale, associate a fenomeni neurodegenerativi, all’infiammazione, all’arteriosclerosi.”
L’insonnia è una malattia
L’insonnia – spiega l’Aims – non può più essere considerata un disturbo da accettare e gestire. Rappresenta infatti una malattia cronica e invalidante che soddisfa tutti i requisiti per essere inclusa nell’elenco dei servizi di assistenza essenziali. È lì che dovrebbe essere posizionata. Le persone che ne soffrono, rappresentando il 10% della popolazione mondiale, hanno il diritto di ricevere cure, servizi e prestazioni fornite dal servizio sanitario nazionale.” “Quello del sonno è un problema trascurato, eppure il legame tra sonno e salute è molto forte e importante” aggiunge il professor Giuseppe Plazzi, past president Aims, che evidenzia anche i rischi di un fai da te sui medicinali per dormire meglio.
La regola del 3-2-1-0
Dagli integratori, “che possono fare bene, male o far nulla” ai farmaci contro l’insonnia, che magari si “tramandano” in famiglia quando il disturbo è diffuso. “L’uso inappropriato e prolungato di farmaci per l’insonnia – prosegue – è la causa numero uno del perdurare di questa problematica. Così non ci si libera del disturbo, ma tutto il contrario” . Per Plazzi se non si riesce a dormire bene il primo intervento riguarda gli stili di vita. Una regola che si può seguire è quella del 3-2-1-0. “Mangiare tre ore prima di dormire, senza ‘spiluccare’ altro dopo ma bevendo solo acqua, due ore prima staccare dal lavoro e dalle email, un’ora prima dai device (tablet e telefono) e dalle luci troppo forti. Infine, al mattino, alzarsi regolarmente quando suona la sveglia.” Senza momenti eccessivi di “aggiustamento”.
Insonnia pediatrica
Se poi nonostante uno stile di vita impeccabile, i problemi persistono ci si può rivolgere al medico prima di assumere farmaci. “I farmaci ipnoinducenti, che sono prescrivibili in Italia, richiedono un piano, un programma per cominciare a prenderli, per poi decidere quando e come sospendere”. Purtroppo si diffonde anche l’insonnia pediatrica: una patologia molto frequente, che può impattare negativamente sulla salute del bambino. E’ stato riportato che la sua prevalenza nella prima infanzia varia dal 10% al 50% ed è ancora più frequente nei bambini con disturbi dello sviluppo neurologico o psichiatrici. La prevalenza dell’insonnia è aumentata negli ultimi anni in bambini ed adolescenti, in rapporto alla scarsa aderenza alle regole di igiene del sonno, alle alterazioni del ritmo circadiano con frequente deprivazione ipnica e all’impiego spropositato di dispositivi elettronici.
Le diseguaglianze nel mondo
“Il messaggio principale che lancia la World Sleep Society, promotrice dell’iniziativa, è Equità del Sonno per la Salute Globale – spiega Francesco Fanfulla, presidente Aims -. Il sonno è essenziale per la salute di tutti, ma purtroppo persistono differenze misurabili nella salute del sonno tra le popolazioni di tutto il mondo che ne rafforzano le disuguaglianze. Le cause di tali differenze sono numerose: condizioni e distruzioni ambientali, strutture e storie sociali, relazioni comunitarie e interpersonali e convinzioni e comportamenti individuali”.