domenica, 17 Novembre, 2024
Cultura

Cultura: nuovo Codice dello Spettacolo entro l’estate

Il Sottosegretario Mazzi: nei prossimi giorni incontri con operatori del settore

“Il Codice dello Spettacolo sarà un provvedimento normativo molto importante, voluto da tutto il Parlamento quindi è bipartisan; noi siamo già molto avanti nella stesura di questo Codice, che deve vedere la luce entro il 18 agosto anche se io mi sono ripromesso di arrivare pronti a luglio.” Lo ha dichiarato il sottosegretario al Mic, Gianmarco Mazzi, che in questo lasso di tempo ha già in agenda incontri con operatori del settore per mettere a punto il testo. “Promuoviamo per questo quattro giornate – che io chiamo le quattro giornate del Codice dello Spettacolo, dove incontriamo proprio tutti gli operatori del settore e gli artisti.” Il 19 marzo al ministero della Cultura toccherà alla Danza, poi il 21 il mondo della Musica, il 26 marzo il Teatro e il giorno dopo tutti gli altri settori. L’insieme dell’industria dello spettacolo è regolamentato ancora da norme che risalgono agli anni sessanta e che sono state poi successivamente corrette, emendate, adattate, ma non dispone di un provvedimento organico. “Tengo molto – ha aggiunto Mazzi – che questo sia un Codice condiviso con gli operatori, non una cosa calata dall’alto; non deve essere un Codice il cui contenuto gli operatori lo apprendono dai giornali. Sarà un Codice che provocherà qualche scossone, perché noi dovremo arrivare a un ripensamento dei finanziamenti pubblici perché oggi c’è una grandissima disparità a cui poi non corrispondono risultati”.

Il cinema va ripensato

Mazzi, come aveva fatto di recente anche il ministro Sangiuliano, ha sottolineato, ad esempio la grande disparità nei finanziamenti tra settori come il cinema e l’audiovisivo, che ricevono circa 750 milioni di euro all’anno, e altri settori come il teatro e la musica, che insieme ricevono 420 milioni di euro. “Questa disparità è eccessiva, specialmente considerando che molti film finanziati non raggiungono un pubblico significativo e non corrisponde neppure un livello occupazionale adeguato a questo tipo di disparità.” Sono stati citati due titoli di film: “Uomo di fumo” e “Prima di andare via”. Entrambi i film hanno ricevuto finanziamenti per un totale di 2 milioni di euro, ma hanno avuto un pubblico molto limitato, rispettivamente 128 e 27 spettatori nelle sale cinematografiche. “Questo dimostra che vengono prodotti numerosi film che nessuno vede”, ha aggiunto il sottosegretario, mentre “vogliamo concentrare i finanziamenti su produzioni di qualità, come dimostrato dal successo di opere come quella di Paola Cortellesi.”

Rocco Siffredi o Raffaella Carrà?

In passato, il finanziamento del cinema era di 150 milioni di euro, ma con la creazione del fondo nel 2017, è improvvisamente aumentato a 450 milioni all’anno e ora addirittura a 750 milioni. È importante notare che questo sistema di finanziamento sostiene anche produzioni come le serie su piattaforme come Netflix, incluso quelle su Rocco Siffredi. “È rispettabilissimo Siffredi – ha spiegato Mazzi – ma è lecito chiedersi se sia giusto che il sistema di finanziamento italiano supporti una serie su Rocco Siffredi prodotta da Netflix anziché produzioni su icone come Sofia Loren, Roberto Benigni o Raffaella Carrà.”

Opera italiana patrimonio

Umanità Infine il 7 giugno si terrà un evento straordinario all’Arena di Verona, promosso dal Ministero della Cultura, per celebrare il riconoscimento dell’opera italiana come patrimonio dell’umanità. Questa sarà un’occasione alla quale parteciperà anche il maestro Riccardo Muti che dirigerà un’orchestra composta da 160 musicisti e 300 coristi provenienti da tutte le fondazioni lirico-sinfoniche italiane. Si tratta di uno spettacolo costruito del sistema culturale italiano, che sarà trasmesso in mondovisione dalla Rai.

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