“Le quotazioni in forte diminuzione e l’aumento dei costi di produzione potrebbero portare a un drastico calo delle semine di grano duro. Gli imprenditori chiedono trasparenza ed efficienza per continuare a garantire qualità e affrontare la difficile situazione con fiducia”. Lo ha affermato Filippo Schiavone, componente di Giunta Confagricoltura, che ha partecipato alla riunione del tavolo “Granaio Italia”, convocata stamani dal Sottosegretario La Pietra. La misura intende risolvere il problema relativo alla diminuzione del prezzo dei cereali attraverso un accurato monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale, con la comunicazione, nell’apposito registro telematico istituito nell’ambito dei servizi del Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), delle operazioni di carico e scarico dei quantitativi di cereali e di farine di cereali.
Le richieste della Confederazione
“Rispetto alla prima stesura del decreto diamo atto al Sottosegretario di aver modificato la formula di monitoraggio che dovrà entrare in vigore a partire dal 2025 e apprezziamo il lavoro del tavolo che ha istituito. Le proposte che abbiamo portato oggi alla riunione vanno ulteriormente nella direzione di non aggravare il peso burocratico sulle aziende”, spiega Schiavone. Confagricoltura ha chiesto, in particolare, che venga alzata la soglia minima da sottoporre alla registrazione sul SIAN, attualmente fissata a 30 tonnellate annue; che si garantisca il buon funzionamento del portale dove andranno effettuate le comunicazioni da parte delle aziende cerealicole, e che si valuti una deroga al regime sanzionatorio fino a quando il registro telematico non sarà a pieno regime. “La situazione attuale dei mercati e le difficoltà che le imprese stanno incontrando in termini di produttività, redditività e competitività, ci spingono ad essere cauti nell’aggravio di procedure amministrative. Accogliamo pertanto con favore ogni iniziativa volta a superare le criticità attuali, con l’obiettivo di garantire trasparenza e tracciabilità del prodotto italiano”, conclude Schiavone.