mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Avanza la missione spaziale Plato. Inaugurata una struttura dedicata

Decine di super telecamere per osservare le oscillazioni delle stelle 

Inaugurata nella sede della OHB System AG di Oberpfaffenhofen, in Germania, una struttura interamente dedicata alla missione spaziale europea PLATO, (exoPLAnet Transits and Oscillation of stars); l’evento segnerà l’inizio della fase di integrazione delle 26 telecamere sul banco ottico del satellite. Alla cerimonia ha partecipato la delegazione italiana composta da Isabella Pagano, co-PI di PLATO, Roberto Ragazzoni, Telescope Scientist, Gianalfredo Nicolini, Camera Project Manager e Elisabetta Tommasi, responsabile dell’accordo tra ASI e INAF per le attività del team scientifico italiano per PLATO. Entro la fine del 2024 tutti i modelli di volo delle telecamere saranno pronti per l’integrazione sul satellite. Ognuna delle 26 fotocamere è stata nominata in onore di astronomi/scienziati che sono stati pionieri della scienza correlata alla missione PLATO.

Terza missione dell’Esa

Si tratta della terza missione di classe Media del programma Cosmic Vision 2015-2025 dell’ESA. Il satellite PLATO sarà lanciato a bordo di un Ariane 6 dallo spazioporto europeo di Kourou alla fine del 2026 verso il punto Lagrangiano L2, distante 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Selezionata nell’ambito del Programma Scientifico dell’ESA nel 2014 e definitivamente approvata nel 2017, la missione è entrata nella fase di implementazione a pieno regime dopo la Mission and Payload Critical Milestone, superata con successo nel 2021.

L’età delle stelle

L’obiettivo di Plato è rilevare e caratterizzare mondi rocciosi in orbita all’interno delle zone di abitabilità di stelle di tipo solare attraverso misurazioni molto accurate dei transiti e delle oscillazioni delle stelle. Le misurazioni dei transiti producono informazioni sulla dimensione dei pianeti, mentre le “oscillazioni stellari” ci danno la massa e l’età delle stelle, che sono fondamentali per valutare massa ed età dei pianeti ospitati. La qualità di tutte queste misurazioni è garantita da 26 telecamere con campo visivo ultra ampio che costituiscono gli occhi della missione PLATO. L’intera catena di produzione, integrazione e test delle telecamere è coordinata dal 2020 da ingegneri e scienziati dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF, presso le sedi di Torino, Catania, Padova, Brera, Bologna, e IAPS Roma) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), con il supporto dei colleghi del Consorzio della Missione PLATO.

Progetto nato tra Padova e Catania

“Il progetto ottico dei telescopi di PLATO è nato in INAF, tra Padova, Catania e Brera” ricorda Isabella Pagano, direttrice dell’Osservatorio astrofisico di Catania e co-principal investigator della missione. È la prima volta che un satellite dedito allo studio dell’Universo adotta una batteria di telescopi invece di uno solo. Una singola telecamera del satellite PLATO osserva un campo visivo equivalente a circa 5.200 volte l’area coperta dalla Luna piena.

Ricerca tutta europea

Questa prestazione è stata ottenuta grazie a un progetto ottico innovativo: ogni telescopio è infatti un rifrattore con 6 lenti, ciascuna con dimensioni che vanno da 12 a 18 cm di diametro, realizzate con 5 diversi tipi di vetri scelti per ottenere la migliore resa ottica, il minimo rischio di invecchiamento nello spazio, la necessaria resistenza alle sollecitazioni meccaniche e acustiche dell’ambiente di lancio. Gli istituti di ricerca e le industrie che partecipano sono in Italia, Germania, Francia, Portogallo, Spagna, Svizzera e Regno Unito.

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