L’Intelligenza Artificiale (in sigla IA) è una disciplina che studia come realizzare sistemi informatici in grado di simulare il pensiero umano. L’etica della IA è una parte dibattuta tra scienziati e filosofi che manifesta numerosi aspetti sia teorici sia pratici. Nel 2014 Stephen Hawking, che fu divulgatore scientifico britannico, tra i più autorevoli fisici teorici al mondo, durante un’intervista concessa alla BBC parlò dei pericoli dell’Intelligenza Artificiale, considerandola finanche “una minaccia per la sopravvivenza dell’umanità”.
Comunicava con un sintetizzatore
Il professor Stephen William Hawking, scomparso il 14 marzo del 2018 all’età di 76 anni nella sua casa di Cambridge, è stato un cosmologo, fisico, astrofisico, matematico e divulgatore scientifico britannico fra i più importanti e conosciuti fisici teorici al mondo, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo. Tetraplegico e incapace di parlare autonomamente dagli anni ottanta a causa di una malattia degenerativa del motoneurone (MND), diagnosticatagli già nel 1963 (probabilmente una forma rara e a lenta progressione di sclerosi laterale amiotrofica o SLA), Hawking era costretto a muoversi in sedia a rotelle e a comunicare con un sintetizzatore vocale basato sulla IA.
Un software che pensava
“Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale completa potrebbe segnare la fine della razza umana” aveva dichiarato Stephen Hawking alla BBC, spiegando come gli sforzi per creare “macchine in grado di pensare” avrebbero potuto rappresentare una minaccia per la nostra stessa esistenza. Il suo monito era arrivato proprio in risposta a una domanda su un aggiornamento della tecnologia che Hawking usava per comunicare, che prevedeva una forma base di Intelligenza Artificiale. L’eminente scienziato utilizzava infatti un nuovo sistema sviluppato da Intel per parlare. Nella creazione erano stati coinvolti anche esperti di machine learning dell’azienda britannica Swiftkey. La loro tecnologia, già utilizzata come app per la tastiera dello smartphone, aveva imparato come pensava il professore, suggerendo le parole che egli voleva ‘pronunciare’ successivamente.
Eliminare posti di lavoro
Nel corso dell’intervista il professor Hawking aveva spiegato che le forme di intelligenza artificiale sviluppate sino ad allora si erano già rivelate molto utili, ma temeva circa le conseguenze della creazione di una tecnologia in grado di eguagliare o superare gli esseri umani; inoltre, secondo Hawking macchine intelligenti, capaci di elaborare compiti svolti dagli esseri umani, avrebbero potuto eliminare rapidamente milioni di posti di lavoro. “Gli esseri umani, che sono limitati dalla lenta evoluzione biologica, non potrebbero competere e verrebbero sostituiti” aveva affermato il professore. Ma altri scienziati, come l’informatico Rollo Carpenter, creatore di Cleverbot, un software che imita conversazioni umane con frasi provenienti dai database dei dialoghi precedenti, inducendo un’alta percentuale di persone a credere di parlare con un essere umano, si dichiarava invece meno pessimista. “Non possiamo sapere con certezza cosa accadrà se una macchina supera la nostra intelligenza, quindi non possiamo sapere se saremo infinitamente aiutati o ignorati e messi da parte, o plausibilmente distrutti”, asseriva Carpenter.
Una voce un po’ robotica
Stephen Hawking durante l’incontro con la BBC si era espresso anche riguardo a un aspetto della ‘sua’ tecnologia, ovvero la sua voce generata dal computer, che non era cambiata nell’ultimo aggiornamento. Il professore, che descriveva il suono prodotto dal software come “un po’ robotico”, sottolineava di non voler una voce più naturale. “È diventata il mio marchio di fabbrica – aveva detto Hawking – e non la cambierei con una voce più normale e con un accento britannico. Mi hanno detto che i bambini che hanno bisogno di una voce computerizzata, ne vogliono una come la mia”.