lunedì, 16 Dicembre, 2024
Esteri

Usa e Ue attivano corridoi umanitari per Gaza. Hamas: nessun compromesso sulla tregua

Famiglie ostaggi scrivono al Papa

“Ciò che rende raro il nostro momento è che la libertà e la democrazia sono sotto attacco sia in patria che all’estero, nello stesso momento”. Joe Biden ha iniziato così il suo discorso di circa un’ora sullo stato dell’Unione, in un Congresso diviso a metà tra dem applaudenti e repubblicani seduti e fermi. E ha concluso chiedendo che “Dio benedica l’America. Voi tutti. E le nostre truppe.” Tempi di guerra che non accennano a passare oltre. Il commander in chief americano ha annunciato ufficialmente di aver ordinato all’esercito “una missione di emergenza” per creare una banchina temporanea sulla costa di Gaza che possa ricevere grandi navi per gli aiuti umanitari.” Serve, infatti, una ulteriore alternativa ai lanci di cibo paracadutati dall’alto anche perché, finora, si contano già cinque morti dovuti a “lanci difettosi” e all’impossibilità di gestire e controllare l’arrivo a terra. Anche l’Unione europea si è attivata per la realizzazione di un “corridoio marittimo internazionale” in grado di portare più aiuti a Gaza. Iniziativa che Israele ha dichiarato ufficialmente di accogliere con favore. Israele starebbe anche valutando l’ipotesi di armare alcuni civili a Gaza con l’obiettivo di controllare l’enclave e permettere la distribuzione di aiuti umanitari senza che questi vengano intercettati dai terroristi palestinesi. Attualmente la polizia municipale si rifiuta di garantire la sicurezza dei convogli a causa del rischio di essere presi di mira dalle forze israeliane o dai terroristi.

Proteste delle famiglie ostaggi

Decine di parenti delle persone tenute ancora in ostaggio da Hamas hanno bloccato per protesta il traffico sull’autostrada Route 1 tra Gerusalemme e Tel Aviv, chiedendo il rilascio dei loro cari. Alcuni manifestanti si sono messi all’interno di gabbie finte per dimostrare la difficile situazione vissuta dagli ostaggi. Il Forum delle famiglie ha scritto anche una lettera a Papa Francesco, “voce morale”, perché si faccia intermediario per il rilascio di tutte le persone sequestrate.

Lapid: posso entrare nel Governo

Nel contempo il leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha ribadito di essere disposto a entrare nella maggioranza e raggiungere un accordo sulla liberazione degli ostaggi se il primo ministro espelle l’estrema destra dalla coalizione di governo. Secondo Lapid il gabinetto di guerra e il gabinetto di sicurezza lavorano con obiettivi contrastanti. Il gabinetto di guerra, controllato dai moderati, è impegnato con gli Stati Uniti per ottenere aiuti, mentre il gabinetto di sicurezza, che comprende i leader di estrema destra come Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir, esorta gli attivisti a bloccare i convogli di aiuti verso la Striscia. Lapid, inoltre, ha evitato di citare il termine “soluzione a due Stati”, chiedendo invece a Israele di “separarsi dai palestinesi da una posizione di forza”.

Non si parla più di pace

In Italia di rilievo l’intervento di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio ed ex ministro, che ha sottolineato come “oggi il grande problema è che il tema della pace è cancellato dal nostro orizzonte”. “Fino a ieri – ha aggiunto – abbiamo parlato di pace anche in un mondo difficile, conflittuale, ma oggi ci troviamo in una situazione drammatica.” Ci sono la guerra russo-ucraina e quella in Medio oriente, ha spiegato Riccardi, ma anche “altri fatti, quello che sta accedendo in Sudan, la fine del Nagorno-Karabak in Azerbaigian dalla mattina alla sera. Ci troviamo in un momento in cui lo strumento della guerra e della violenza è stato riabilitato e ormai le guerre una volta aperte sembra non trovino fine, si internizzano e questo è un dramma!”

In Italia manifestazioni e scontri

Momento di polemica, invece, al presidio di “Non una di meno” Firenze, in occasione dell’8 marzo, per la presenza di una giovane di ‘Sinistra per Israele’ che è stata allontanata dalla manifestazione. La giovane mostrava un cartellone con la scritta “non una parola sugli stupri di Hamas” e poco dopo alcune rappresentanti di “Non una di meno” l’hanno invitata a lasciare il presidio. Dopo alcuni minuti di acceso botta e risposta sono intervenuti agenti della Digos per placare gli animi. Così a Roma ci sono state tensioni all’Università La Sapienza per le contestazioni al giornalista David Parenzo da parte di studentesse e studenti di “Cambiare Rotta.” A Napoli centinaia di persone hanno sfilato in occasione dello sciopero transfemminista per la Palestina organizzato per la Giornata internazionale della donna. Mentre per oggi è annunciata, a Roma, una manifestazione pro Palestina organizzata dall’Arci.

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