La corsa alla Casa Bianca ha subìto, nella notte italiana tra giovedì e venerdì, un’importante svolta. Joe Biden è passato al contrattacco nei toni e nella sostanza, dimostrando lucidità, fermezza e una visione di politica interna e internazionale che mira a conquistare l’elettorato tradizionale moderato e poco incline ad avventure.
Nel discorso sullo Stato dell’Unione ha rivendicato i successi dell’economia americana che si è ripresa molto bene sia dalla pandemia sia dallo tsunami dell’inflazione. L’occupazione è a livelli altissimi e la crescita è ancora migliore di quella dell’Europa. Biden ha parlato alle donne, ribadendo la volontà di difendere i loro diritti, si è rivolto a chi è più sensibile ai temi della giustizia sociale annunciando una tassa sui super ricchi. Ma, soprattutto, Biden senza citare mai il nome di Trump, ha voluto dimostrare quanto il suo stile e la sua idea di America siano diametralmente opposte a quella del suo predecessore. Nessun clima di odio, nessuna aggressività esasperata, verso l’ avversario, nessun dileggio delle istituzioni e nessun cedimento su una politica internazionale che deve vedere gli Usa consapevoli di svolgere ancora un ruolo di stabilizzazione dei conflitti e di difesa del mondo libero e democratico.
Uno degli obiettivi dei prossimi mesi di Biden sarà quello di convincere parte dell’elettorato repubblicano moderato che non accetta di piegarsi a Trump. Si tratterà di un’operazione complessa ma indispensabile. Mentre Trump estremizza sempre più i suoi messaggi Biden deve cercare di tranquillizzare le larghe fasce di opinione pubblica disorientate, insoddisfatte ma per niente desiderose di avallare quel clima di spaccatura profonda della società americana che è culminato nell’assalto al Congresso del 6 gennaio.
I veri nemici di Biden sono adesso due: l’ala massimalista dei democratici di cui abbiamo scritto ieri e Benjamin Netanyhau.
I sinistrorsi americani devono capire che spaventando l’elettorato moderato rischiano di regalare la vittoria a Trump. Netanyhau, con tutta evidenza, tifa per l’ex presidente e fa di tutto per creare problemi a Biden, boicottando ogni tentativo della Casa Bianca di disinnescare la mina della guerra di Gaza. Se il premier israeliano non si fosse di traverso a quest’ora ci sarebbe una tregua, con il rilascio degli ostaggi e la popolazione civile di Gaza potrebbe essere trattata con più umanità. Biden ha annunciato la costruzione di un porto sulla Striscia per facilitare l’arrivo degli aiuti a Gaza. I primi sondaggi dimostrano che il consenso verso il discorso del Presidente è stato del 65%.Un segnale che la partita è aperta e che Biden può tranquillizzare chi teme il fattore età.