“La necessità dell’istituzione di una Commissione parlamentare d’Inchiesta”. È la proposta del ministro della giustizia Carlo Nordio “condivisa” con il ministro della difesa Guido Crosetto sullo scandalo dei dossier illegali. Inchiesta nata da un esposto di Crosetto che ha portato alla luce migliaia di con informazioni coperte da riservatezza e segreto. “Giovedì ho avuto un incontro con il ministro della Difesa”, rivela Nordio , “credo che a questo punto si possa e si debba riflettere sulla necessità dell’istituzione di una Commissione parlamentare d’Inchiesta con potere inquirente per analizzare una volta per tutte questa deviazione che già si era rilevata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso, proprio per le parole di Cantone, è diventata ancora più seria”.
Situazione grave, si intervenga
Carlo Nordio presente a Milano, ospite di un convegno al Palazzo di Giustizia, non ha nascosto la sua preoccupazione. Rispondendo a una domanda sull’inchiesta di Perugia ha poi commentato. “Queste violazioni sono già state fatte in passato ma ora è il momento di un’azione politica. Non sto a ricordare quanto sia facile oggi entrare nei sistemi di informazione, nei cervelli elettronici, e quanto altrettanto facile sia manipolarli”, ha posto in evidenza il ministro. “Questo renderà molto delicato il lavoro del magistrato e dell’avvocato, perché la captazione più o meno lecita di dati ultrasensibili nel cervello elettronico darà la possibilità di conoscere, ma anche di manipolare”.
Raggiunto punto cruciale
In merito all’inchiesta della procura di Perugia, il ministro è stato chiaro. “Le parole usate dal pm Cantone sono state estremamente forti e, dopo queste valutazioni estremamente severe, io credo che sia necessario fare una riflessione molto molto profonda su quelle che sono le violazioni dei diritti individuali alla riservatezza. Credo che adesso abbiamo raggiunto il punto cruciale, forse un punto di non ritorno e che quindi sia necessaria una profonda riflessione che a mio avviso potrebbe e dovrebbe essere non solo normativa, ma anche politica”.
Uffici giudiziari i fondi ci sono
Durante il convegno a Milano il ministro ha ricordato l’impegno del Governo a sostegno del lavoro degli uffici e organi giudiziari. “Entro il 2026 noi dobbiamo colmare questo vuoto di organico dei magistrati che da 50 anni ci trasciniamo, ce lo chiede l’Europa ma anche l’Italia” ha detto. Il tema ora, ha chiarito il ministro, è “comprimere questi tempi”, ossia ridurre i tempi dei concorsi per i magistrati, perché “non è possibile che debbano passare 5 anni tra la domanda e quando viene conferita la toga, non si può andare avanti così nel 2023”. Ora serve “colmare questi vuoti perché una volta tanto abbiamo le risorse per farlo”. Nordio ha anche precisato che negli “ultimi tempi si sono diffuse notizie errate sul concorso straordinario per l’entrata in magistratura ed erano notizie infondate, su una discussione che era parziale e preliminare”.
Il sigillo di San Girolamo
Al ministro è stato consegnato, nel corso di un convegno nell’aula magna del Palazzo, dal presidente dell’Ordine degli avvocati milanesi Antonino La Lumia il simbolo dell’avvocatura, il “Sigillo di San Gerolamo”, e “per il suo impegno a favore dell’assegnazione a Milano della terza sede del Tribunale Unificato dei Brevetti. “È stata una grande vittoria per Milano e per l’Italia”, ha evidenziato Nordio che ha ringraziato gli avvocati “per l’onore che mi è stato dato”, ricordando che “io sono di una famiglia di avvocati, poi sono stato 40 anni in magistratura e quindi sono metà avvocato e metà magistrato”. E ha voluto ringraziare, Marina Tavassi, ex presidente della Corte d’Appello milanese e coordinatrice del tavolo tecnico del Tub per questo “grandissimo risultato”. Presente, tra gli altri, anche il presidente della Corte d’Appello di Milano Giuseppe Ondei.