Le vittime di violenza e molestie sessuali spesso passano inosservate e inascoltate, anche se l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che colpisca circa un terzo delle donne in tutto il mondo. È quanto fa rilevare in una nota Nursing Up. Secondo un’accurata indagine internazionale sull’esposizione degli infermieri alla violenza fisica e non fisica, al bullismo e alle molestie sessuali in 38 Paesi ha rilevato che circa il 25% degli infermieri ha denunciato molestie sessuali. I tassi più alti di violenza fisica e molestie sessuali si sono verificati nei paesi anglosassoni: Australia, Canada, Inghilterra, Irlanda, Nuova Zelanda e Stati Uniti. I tassi più alti di violenza non fisica e bullismo si sono verificati nel Medio Oriente in Paesi come Bahrein, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Arabia Saudita e Turchia. Le regioni variano in termini di fonti di violenza, con i pazienti che ne sono maggiormente responsabili nelle regioni anglosassoni ed europee e le famiglie/amici dei pazienti che rappresentano la maggior parte in Medio Oriente. Nonostante la sua gravità, le molestie sessuali hanno ricevuto molta meno attenzione della violenza fisica e verbale.
Le donne americane
Dal sondaggio emerge inoltre che il 54% delle donne americane ha riferito di “avance sessuali indesiderate e inappropriate” sul luogo di lavoro e il 95% ha affermato di aver assistito a casi di donne a loro vicine che hanno subito abusi o avance che non sono mai stati denunciati per paura di ritorsioni, per la maggior parte perpetrate da colleghi di lavoro. “Un sondaggio condotto tra i membri delle facoltà mediche e infermieristiche degli Stati Uniti ha rilevato che il 30%-40% delle donne che lavorano nel settore sanitario hanno subito molestie sessuali e coloro che si sono lamentate o hanno segnalato ciò hanno subito a loro volta conseguenze negative sulla loro carriera” afferma Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
Tirocinanti e studenti
“Inoltre, il 60% dei tirocinanti e degli studenti ha subito molestie sessuali. Tuttavia, la maggior parte non ha avuto il coraggio di denunciare il triste fenomeno. La molestia sessuale, come definita dall’OMS e dalle sue organizzazioni partner, è qualsiasi comportamento indesiderato, non corrisposto e non gradito di natura sessuale che sia offensivo per la persona coinvolta e la faccia minacciare, umiliare o mettere in imbarazzo”, ha aggiunto De Palma. È probabile, secondo l’OMS, che la maggior parte delle infermiere, in particolari giovani e ad inizio carriera, o in particolare nel periodo di tirocinio, abbia sperimentato almeno una volta nella propria carriera, in tutto il mondo, approcci indesiderati, commenti a sfondo sessuale o battute inappropriate.
I casi in Europa
“In Europa i casi di molestie sessuali da parte delle professioniste sanitarie sul luogo di lavoro vanno dal 15 al 20%. Per la maggior parte sono messe in atto da colleghi di lavoro. Uno studio del Journal of Nursing Scholarship, ha anche dimostrato che gli infermieri più giovani, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, denunciano le molestie sessuali più frequentemente rispetto ai loro colleghi di mezza età, dai 40 anni in su. Inoltre, infermieri con un’istruzione superiore hanno maggiori probabilità di denunciare le molestie sessuali. I ricercatori hanno notato che un livello di istruzione più elevato potrebbe corrispondere al riconoscimento della gravità delle molestie sessuali e ad un aumento delle denunce. Sebbene le molestie sessuali subite dalle infermiere donne in tutto il mondo siano un fenomeno dilagante, studi e indagini mostrano che gli infermieri sono per lo più riluttanti a denunciare episodi di abuso, soprattutto quando coinvolgono i loro pazienti, in particolare malati di patologie serie di cui si prendono cura quotidianamente, verso i quali costruiscono una empatia e quindi una “pericolosa forma di tolleranza” ha spiegato De Palma.
La prevenzione
“La ricerca relativa alla gestione e alla prevenzione di comportamenti sessuali inappropriati e di molestie sessuali da parte dei pazienti è comunque scarsa. La maggior parte degli studi si concentra sulle molestie da parte di colleghi di lavoro in particolare superiori. La piaga delle molestie sessuali ai danni delle nostre professioniste sanitarie è complessa e sfaccettata. Di certo può avere effetti dannosi sul benessere, sulla salute mentale, sulla soddisfazione lavorativa e sulla produttività degli infermieri. Dovere delle aziende sanitarie e della politica è quello, in ogni luogo di proteggere sempre e comunque le nostre donne della sanità, mettendo in atto sia azioni di severa condanna nei confronti dei colpevoli, sia campagne di prevenzione e informazione attraverso le quali le professioniste sanitarie trovino sempre più coraggio di denunciare anche la minima molestia subita”, ha concluso De Palma.