MILANO (ITALPRESS) – "Volevo salvare Giulia e il bambino. Salvati appena puoi, perché io stesso ho sofferto per la perdita del mio". Lo ha detto questa mattina nell'aula di Corte d'Assise del Tribunale di Milano, l'amante di 23 anni italo-inglese che intratteneva una relazione con Alessandro Impagnatiello, accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, futili motivi, rapporto di convivenza, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere, nei confronti della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese di gravidanza, e del bambino che portava in grembo. Questa mattina si è tenuta la deposizione della testimone ventitreenne, che ha raccontato anche del modo in cui ha scoperto la rete di menzogne dell'uomo, e piangendo in aula ha ripercorso le tappe della sua relazione con Impagnatiello, dichiarando anche di soffrire ancora "per il mio aborto: da una parte lo volevo tenere, e per questo adesso voglio e devo salvare te". La ragazza infatti era rimasta incinta proprio nello stesso periodo della Tramontano. Inoltre, la 23enne ha ricostruito l'incontro con Giulia nel quale le donne si sono confidate, avvenuto il giorno in cui quest'ultima sarebbe stata uccisa: la 23enne le aveva proposto di dormire a casa sua, temendo proprio per l'incolumità della Tramontano. (ITALPRESS) Foto: xp2 xp2/trl/red 07-Mar-24 15:25