Schiarita verso il Ramadan, Netanyahu non imporrà altri blocchi sulla Spianata, ma per gli Stati Uniti non basta: Biden vuole la tregua e la comunità internazionale spinge perché gli aiuti inviati arrivino a Gaza. Il ministro inglese Cameron ha detto che la pazienza verso Israele si sta esaurendo. Mentre sul fronte mar Rosso i ribelli Houthi hanno colpito uno nave greca, che non ha legami con Israele o gli Usa, e finora si contano due morti e sei ustionati gravemente. E’ stata subito attivata un’operazione di soccorso per salvare l’equipaggio della nave parzialmente danneggiata e alla deriva.
Cameron avverte Israele
Ieri l’ex premier e ministro degli Esteri inglese, David Cameron, ha incontrato il leader dell’opposizione e membro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, in missione contro il volere del premier Netanyahu. Cameron ha riferito che “la pazienza verso Israele si sta esaurendo“. Ha sottolineato che civili a Gaza “stanno morendo di fame” e Israele deve far entrare più aiuti e ha reso noto di aver chiesto “agli israeliani di fare tutta una serie di cose, ma devo riferire all’Assemblea che la quantità di aiuti che i palestinesi hanno ricevuto a febbraio è stata circa la metà di quella ricevuta a gennaio. Quindi la pazienza deve esaurirsi e bisogna dare tutta una serie di avvertimenti.”
Dem a Biden; no offensiva a Rafah
Anche l’Amministrazione americana ha esaurito la pazienza e secondo quanto riferiscono i media di Washington la Casa Bianca ha rivisto la propria bozza di risoluzione presentata al Consiglio di sicurezza Onu per chiedere “un cessate il fuoco immediato di circa sei settimane a Gaza insieme al rilascio di tutti gli ostaggi”. La prima versione, invece, si accontentava di un “cessate il fuoco temporaneo”. Washington finora ha posto il veto su tre progetti di risoluzione. Tra l’altro 30 deputati democratici hanno scritto una lettera al Presidente Biden ammonendo che un’invasione israeliana di Rafah potrebbe violare il requisito secondo cui gli aiuti militari statunitensi devono essere utilizzati in conformità con il diritto internazionale.
Usa: Hamas negozi in buona fede
Nel frattempo al Cairo, dove proseguono i negoziati anche senza Israele, è stata avanzata l’idea di una breve tregua per l’inizio del Ramadan (domenica) in modo da segnare almeno una volontà reciproca di tregua. Secondo alcune fonti Hamas avrebbe anche chiesto il rilascio di Marwan Barghouti e di un’altra serie di detenuti palestinesi di alto profilo condannati per terrorismo nella proposta finale, non negoziabile, consegnata ai mediatori egiziani. Lo Stato ebraico dovrebbe anche rilasciare tutti i detenuti malati, chiunque abbia più di 60 anni o meno di 18 anni, e tutte le donne, nonché 57 persone liberate nell’accordo di Gilad Shalit e nuovamente arrestate. Gli Stati Uniti però, tramite il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, hanno ribadito che “Israele ha messo una proposta sul tavolo e sta a Hamas accettarla e negoziare in buona fede”. Intanto in Israele la Commissione suprema per la progettazione ha approvato oggi la costruzione di 3500 alloggi nella città-colonia di Maaleh Adumim (fra Gerusalemme e Gerico), nel villaggio di Keidar e ad Efrat, presso Betlemme. “Nell’ultimo anno – ha scritto su X il ministro della finanze Bezalel Smotrich – abbiamo autorizzato 18.515 alloggi” in Cisgiordania. “I nostri nemici vogliono indebolirci, e noi continuiamo a costruire e a rafforzarci”.
Anche l’Ue lancerà aiuti
Riguardo gli aiuti anche l’Unione europea sta prendendo in considerazione la possibilità di paracadutarli sulla Striscia come già fatto dai paesi arabi e dagli Stati Uniti. Un portavoce della Commissione ha spiegato che l’Europa “non dispone di mezzi” per un’operazione del genere, ma l’operazione potrebbe essere condotta o attraverso “organizzazioni internazionali” o grazie “a uno Stato membro”, attivando il meccanismo di protezione civile, che “non è stato mai usato a questo scopo”. Una nota dell’Ocha, l’Ufficio Onu per gli affari umanitari, sostiene che le autorità israeliane hanno bloccato quasi il 40% delle missioni umanitarie coordinate dalle Nazioni Unite nella Striscia di Gaza, il mese scorso. Nello specifico, a febbraio Israele ha bloccato 86 missioni su un totale di 222.
Morte 45 ebrei, Netanyahu responsabile
Altri guai per Netanyahu dalla Commissione di inchiesta ufficiale che ha addossato al premier la “responsabilità personale” per la strage avvenuta nell’aprile 2021, quando 45 ebrei ortodossi morirono schiacciati dalla folla durante una celebrazione religiosa sul monte Meron, in Galilea. “Tuttavia – hanno aggiunto i tre membri della Commissione – nei suoi confronti non abbiamo preso decisioni di carattere operativo”. I giudici hanno incolpato di “responsabilità personale” anche ad Amir Ohana (allora ministro per la sicurezza interna ed oggi presidente della Knesset) e il capo dello polizia Yaakov Shabtai.