Dagli scricchiolii sinistri, alla crepa fino alla valanga. L’inchiesta della procura di Perugia sulle centinaia di nomi di politici, imprenditori, personaggi dello spettacolo, “spiati” indebitamente , secondo le accuse, da Pasquale Striano, tenente della guardia di Finanza, rotola a valle trascinando con se ipotesi, diffidenze, allarmi, commenti e dichiarazioni trancianti sia per il pericoli istituzionali sia per i rischi personali delle persone “osservate”.
Striano e gli accessi illegali
A completare i sospetti è proprio il ruolo di Striano che era in servizio alla Procura nazionale antimafia nel periodo cui si riferiscono gli accessi abusivi a banche dati. Un’ attività di dossieraggio che ha posto nel mirino in particolare esponenti politici di Centrodestra.
Meloni: fare chiarezza
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ieri sera ha sottolineato gli aspetti allarmanti. “Gravissimo quanto emerge dall’inchiesta”, ha detto durante il tour elettorale in Abruzzo, “Ritengo gravissimo che in Italia ci siano dei funzionari dello Stato che hanno passato il loro tempo a violare la legge facendo verifiche su cittadini, comuni e non, a loro piacimento per poi passare queste informazioni alla stampa, ed in particolare ad alcuni esponenti della stampa. Utilizzare così le banche dati pubbliche non c’entra niente con la libertà di stampa”, ha evidenziato il premier. “Credo serva fare molta chiarezza su quello che scopriamo in queste ore dai giornali”, ha poi aggiunto Giorgia Meloni a Pescara durante un comizio a sostegno della candidatura del governatore uscente Marco Marsilio, in vista delle elezioni regionali in Abruzzo in programma domenica. “Da un’inchiesta a Perugia secondo la quale ci sono funzionari dello Stato italiano che fanno dossieraggi ad personam per passare le notizie ad alcuni giornali, segnatamente al giornale di De Benedetti. Vogliamo sapere chi sono i mandanti, perché questi sono metodi da regime”, ha infine sollecitato il presidente del Consiglio.
Nordio: diritti violati
“È un fatto estremamente grave”, ha commentato Carlo Nordio, ministro della Giustizia, “che si innesta in una situazione ormai sedimentata da anni: il diritto alla privacy, garantito dall’articolo 15 della nostra Costituzione, è diventato ormai una sorta di aspirazione metafisica”.
L’indagine e le audizioni
Domani, e con orari ancora da definire, si terranno le audizioni al Copasir (il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica del procuratore nazionale Antimafia, Giovanni Melillo, e del procuratore di Perugia, Raffaele Cantone. Entrambi i magistrati avevano chiesto di esser ascoltati dal Comitato in relazione all’inchiesta perugina relativa ai presunti dossier.
Donzelli: Centrodestra nel mirino
Di “preciso disegno politico”, ha poi parlato Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Copasir – il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica -. “I mandanti devono essere scoperti, nessuno ci può raccontare che un uomo della Guardia di Finanza si sveglia e fa così, per passione, 900 accessi e li regala a un giornale di sinistra, come Il Domani di De Benedetti, senza che ci sia una richiesta, né un disegno politico, soltanto perché la mattina si è svegliato storto, non ci crede nessuno”. “Sento dire che sono stati spiati esponenti della maggioranza ma anche dell’opposizione, ma del Pd non c’è nessuno, a malapena mezzo consigliere regionale”, ha osservato Donzelli, “Quindi un disegno politico mi sembra abbastanza evidente che ci sia anche perché le informazioni di quelli di destra poi sono finite sui giornali, ci sono state le campagne di fango indecenti nei confronti di esponenti di centro-destra basate su informazioni riservate che non devono uscire utilizzate in modo scorretto tramite l’Antimafia e la Guardia di Finanza e quindi c’è un tema molto serio”, ha spiegato il deputato di Fratelli d’Italia, “di tenuta delle istituzioni che deve essere approfondito fino a scoprire chi voleva questa cosa, e non solo sul lato politico ma anche sul lato economico, dato che mi pare siano molti anche gli accessi economici a questa vicenda”
Fontana: fatto sconvolgente
Tra gli esponenti politici spiati anche il governatore lombardo Attilio Fontana. “È una cosa sconvolgente, mi aspetto anche che il presidente della Repubblica intervenga perché non possiamo permetterci che lo Stato di diritto in cui tutto crediamo, che la democrazia in cui crediamo possa essere calpestata da questi comportamenti”, ha detto il presidente della Regione Lombardia. “Mi stupisce che se ne parli in termini così poco drammatici”, ha infine osservato Fontana.
Schlein: gravità inaudita
A scendere in campo con toni molto duri anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. “La schedatura illegittima di centinaia di persone è di una gravità inaudita” ha sottolineato ieri sera Schlein, chiedendo di “fare estrema chiarezza”. “Noi abbiamo chiesto di audire sia Melillo sia Cantone. Bisogna evitare che possano ancora accadere fatti di questo tipo”, ha aggiunto la segretaria del Pd. Tra i commenti quello del leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Ciò che stiamo leggendo è una vicenda enorme, che ricorda le dittature populiste del Sud America”. Mentre per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, fondatore del partito ‘Coraggio Italia’, il dossieraggio sui nomi della politica e imprenditoria gli ha ricordato di rivivere una “situazione stile Gladio”. “Quanto è emerso è molto pericoloso. Va dato merito”, ha evidenziato infine Luigi Brugnaro, “al ministro Guido Crosetto per avere presentato denuncia”.