La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso una vittoria schiacciante per l’ex presidente Donald Trump, stabilendo che gli stati non possono escluderlo dalle elezioni a causa delle azioni che hanno portato all’attacco del 6 gennaio al Campidoglio. Questa decisione ha conseguenze enormi per le elezioni del 2024. In una sentenza unanime e non firmata, il tribunale ha annullato la decisione della Corte Suprema del Colorado, la quale aveva stabilito che il tycoon non poteva candidarsi nuovamente come presidente in base alla Sezione 3 del 14° Emendamento della Costituzione. Questa disposizione vieta di candidarsi per cariche pubbliche a tutti coloro che hanno ricoperto incarichi governativi in passato ma successivamente si sono “impegnati in una insurrezione”. La Corte ha chiarito che il Colorado ha erroneamente ritenuto che gli stati potessero decidere l’idoneità di un candidato presidenziale o di un altro candidato federale. La sentenza afferma che spetta al Congresso, e non agli stati, stabilire le regole per l’applicazione della Sezione 3 del 14° Emendamento contro coloro che cercano cariche federali. Pertanto, questa decisione si applica a tutti gli stati, non solo al Colorado. Gli stati mantengono il potere di impedire alle persone di candidarsi per cariche statali in base alla Sezione 3.
La decisione
“Poiché la Costituzione affida al Congresso, e non agli stati, la responsabilità di far rispettare la Sezione 3 contro tutti i funzionari e candidati federali – afferma la sentenza – invertiamo la decisione”. La Corte ha evitato di analizzare o determinare se le azioni di Trump costituissero un’insurrezione, decidendo il caso solo sulla questione legale. Questa decisione è arrivata appena un giorno prima delle primarie del Colorado. Pochi minuti dopo la sentenza, Trump ha celebrato la decisione in un post tutto in maiuscolo sul suo sito di social media, scrivendo: “Grande vittoria per l’America!!!”.