A Mosca si sono tenuti i funerali di Alexei Navalny. Centinaia di persone hanno partecipato alla cerimonia funebre stando ordinatamente in fila nei pressi della chiesa Icona della Madre di Dio. Ieri, però, hanno attirato l’attenzione internazionale le dichiarazioni del Segretario della Difesa americana, Lloyd Austin, secondo il quale l’Ucraina è l’ultimo avamposto che separa Nato e Russia dallo scontro frontale. Poi un “irritato” cancelliere tedesco, Olaf Scholz che ha rivelato come la gestione dei missili Taurus in Ucraina avviene direttamente da Gran Bretagna e Francia e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov che è tornato sulla proposta del Presidente francese Macron di inviare truppe di terra a Kiev: “ci sono già” ha detto il ministro russo. C’erano già prima che cominciasse la guerra, ha spiegato Lavrov, non solo mercenari, ma anche ufficiali di Stati Uniti, Regno Unito e Francia che occupavano i ministeri ucraini: “siamo ben consapevoli di questo.”
Navalny: un addio composto
Navalny è stato seppellito, dalla propria famiglia dopo le trattative con il Governo che in un primo tempo aveva chiesto un funerale segreto, nel cimitero di Borisovskoe. Centinaia di persone, soprattutto giovani, hanno scandito il suo nome e applaudito più volte durante il funerale che si è svolto, ieri mattina, a Mosca. Sul numero delle presenze non c’è chiarezza: forse centinaia, forse qualche migliaia di persone, ma tantissimi giovani. Il Cremlino aveva vietato ogni tipo di manifestazione e ha schierato polizia e militari a presidiare l’area. Sono state fermate sette persone, senza particolari rilievi. Hanno partecipato alle esequie anche ambasciatori e diplomatici occidentali; tra i quali quelli di Germania, Francia e Stati Uniti. Alle richieste dei giornalisti il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha affermato che “il Cremlino non ha niente da dire alla famiglia di Navalny il giorno del suo funerale”.
Austin evoca guerra Nato-Russia
Ieri, invece, è salita la tensione, non a Mosca ma a Washington, dopo che il Segretario della Difesa, Lloyd Austin ha dichiarato che se l’Ucraina perde la guerra, i paesi Nato dovranno combattere direttamente contro la Russia. “Sappiamo che se Putin avrà successo non si fermerà – ha detto Austin -. Continuerà a essere più aggressivo nella regione. E altri leader in tutto il mondo, altri autocrati guarderanno a questo. E saranno incoraggiati dal fatto che ciò è accaduto senza che noi siamo riusciti a sostenere uno stato democratico.” La dichiarazione è stata fatta alla Camera dei rappresentanti americana dove ancora non si sbloccano i fondi per il sostegno all’Ucraina. Dal Cremlino hanno risposto che sono frasi “estremamente irresponsabili”, parole che “portano a un aumento della tensione, anche se sembra che non potrebbe aumentare ancora di più.”
Scholz “contro” Francia e Uk
Un certo disorientamento per tutte queste dichiarazioni sopra le righe l’ha aggiunto anche il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che ha ribadito il suo “no” alla consegna dei missili da crociera Taurus all’Ucraina giustificandolo con un possibile attacco contro obiettivi a Mosca. Il missile Taurus, con una gittata di 500 chilometri – ha spiegato Scholz – è un’arma “che, se usata in modo errato, può raggiungere un obiettivo specifico da qualche parte a Mosca.” Poi Scholz ha fatto intendere che Regno Unito e Francia, a differenza di Usa e Germania, hanno già consegnato missili a lungo raggio all’Ucraina: “per questo, e lo dico in tutta astrattezza diplomatica – ha aggiunto sibillinamente il cancelliere – anche altri hanno fatto in modo di sapere esattamente dove atterrano.” In parole comprensibili Scholz ha alluso al fatto che i missili Taurus che partono dall’Ucraina sarebbero “pilotati” direttamente da Londra e Parigi. Quanto alle forze di terra da inviare a Kiev, un “irritato” cancelliere tedesco ha ribadito la netta contrarietà della Germania: “è fuori questione.” L’ex ministro della Difesa britannico Ben Wallace ha attaccato Scholz e ha dichiarato che “per la sicurezza dell’Europa è l’uomo sbagliato, al posto sbagliato, nel momento sbagliato”.