La premier Giorgia Meloni e il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si sono incontrati a Washington per una visita ufficiale: “felice di essere qui ti aspettiamo in Puglia”, ha esordito la Presidente riferendosi all’appuntamento del G7 italiano, che era il tema principale e che, hanno assicurato entrambi, sarà “concreto e sostanziale”. Riguardo la guerra in Medioriente, l’Italia “è concentrata sugli aiuti umanitari e lavora a una soluzione a due Stati” e continuerà convintamente a sostenere “la mediazione degli Stati Uniti” per “evitare ogni escalation.” La Presidente ha sottolineato che il summit che si terrà a giugno in Italia sarà una occasione per “ribadire l’ordine internazionale, a difesa della libertà e della pace in Ucraina” e ci sarà “un’alleanza globale contro il traffico degli esseri umani.” Il Presidente Biden ha ringraziato “Giorgia” per il “sostegno incrollabile all’Ucraina”, si è detto contento della (seconda) visita negli Stati Uniti e ha annunciato che per contrastare “la crisi umanitaria a Gaza”, che è una “priorità”, l’Amministrazione lancerà aiuti umanitari per via aerea. Poi ha spiegato che gli Usa stanno lavorando per un cessate il fuoco di almeno sei settimane. A fine incontro il Presidente Biden, per sottolineare l’amicizia con l’Italia, per il buon lavoro fatto di cooperazione e interscambio, ha ironizzato dicendo di aver dato anche un contributo personalissimo nel “rafforzamento dei rapporti tra Italia e Usa sposando un italoamericana”. La moglie del Presidente, infatti, è Jill Jacobs, all’anagrafe Giacoppo; figlia di un immigrato siciliano arrivato negli Stati Uniti nei primi del Novecento.
Poco prima del colloquio la premier ha annunciato il rimpatrio di Chico Forti, condannato per omicidio, ma sempre proclamatosi innocente, e in carcere negli Usa da 24 anni.
Oggi Meloni andrà a Toronto dove vedrà il primo ministro, Justin Trudeau; in agenda anche un evento con la comunità italiana in Canada.
L’Ue finanzia aiuti umanitari
Nella Striscia di Gaza, i giorni dopo la strage degli affamati, sembra non cambiare niente: le trattative sono in stallo e gli aiuti non arrivano come dovrebbero. La Commissione europea ha deciso di stanziare ulteriori 68 milioni di euro a sostegno della popolazione palestinese da erogare attraverso partner internazionali come la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa. A questa cifra si aggiungono gli aiuti per 82 milioni di euro da erogare tramite l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, nel 2024, portando il totale a 150 milioni di euro. Dall’Europa arriva anche una dura condanna per la strage di civili a Gaza, avvenuta durante la distribuzione di aiuti. La Presidente della Commissione Von der Leyen si dice “profondamente turbata” e chiede “un’indagine trasparente”. Il presidente del Consiglio europeo Michel avverte che “il diritto internazionale non ammette doppi standard.” Gaza è in ginocchio, anzi, è più che in ginocchio”, ha dichiarato il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità, Christian Lindmeier, parlando ai giornalisti a Ginevra. “Tutti i servizi essenziali sono interrotti o quasi”, si è creata una “situazione disperata”, come si è visto giovedì, quando più di 100 persone in cerca di aiuti umanitari a Gaza sono state uccise. “A Gaza si muore di fame due volte perché gli aiuti umanitari non arrivano, vengono negati e si muore facendo la fila per un pezzo di pane” ha detto padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di TerraSanta, commentando la strage degli affamati. Mentre prosegue la marcia verso Gerusalemme di un migliaio di attivisti e familiari degli ostaggi per chiedere il ritorno a casa dei loro cari, nelle mani di Hamas a Gaza dall’attacco del 7 ottobre.
Hamas: uccisi 7 ostaggi
Quanto agli ostaggi, l’amministrazione americana sta cercando di salvare i negoziati che rischiano di bloccarsi dopo l’accusa mossa da Hamas all’esercito israeliano di aver aperto il fuoco contro civili radunati a Gaza City per ricevere aiuti umanitari, causando la morte di almeno 112 persone. Hamas ha annunciato su Telegram la morte di 7 ostaggi israeliani “in seguito a un bombardamento sionista”, rendendo noti per ora i nomi di 3 dei 7: Yoram Itach Metzger, Haim Gershon Perri e Amiram Israel Cooper. Mentre a Mosca, dall’incontro tra le principali fazioni palestinesi, al-Fatah, Hamas e Jihad islamica è stato concordato di insistere sulla necessità che l’esercito israeliano si ritiri dall’intera striscia di Gaza; che sia respinto qualsiasi tentativo di separare Gaza dalla Cisgiordania e da Gerusalemme; che sia respinto ogni tentativo di forzare una risistemazione del popolo palestinese fuori dal proprio territorio nazionale; e la rimozione del blocco alla striscia di Gaza. to la minaccia non solo di Hamas ma anche degli Hezbollah libanesi.