La crisi idrica a Città del Messico sta assumendo proporzioni sempre più gravi, alimentata dalla persistente siccità e dagli anni di scarse precipitazioni. Più di 21 milioni di residenti nell’area metropolitana si trovano ad affrontare una grave carenza d’acqua, con razionamenti imposti dalle autorità locali e serbatoi che hanno raggiunto livelli storicamente bassi. Olga González, una residente di 50 anni a Coyoacán, ha dichiarato che i camion cisterna impiegati per fornire acqua non sono sufficienti, costringendola a riciclare l’acqua per usi domestici. Anche Nancy Cabrera Cepeda, impiegata di 40 anni a Tlalpan, ha sottolineato che l’acqua viene fornita solo una volta alla settimana. Le carenze idriche sono diventate una triste realtà per i residenti di Città del Messico, a causa dello sviluppo urbano disorganizzato e delle sfide imposte dalla geografia e dalla storia uniche della regione, aggravate dalle siccità causate dai cambiamenti climatici. La complessa relazione della regione con l’acqua risale all’antichità della città stessa. Città del Messico sorge su un antico letto di lago ad alta quota, prosciugato nel XVI secolo dopo la conquista spagnola. La principale fonte d’acqua della città deriva dal pompaggio di falde acquifere sotterranee e dalla canalizzazione di una rete di canali, dighe e bacini artificiali che costituiscono il sistema Cutzamala.
Acqua dal sottosuolo
Il 70% dell’acqua a Città del Messico viene estratta dal sottosuolo, mentre il sistema Cutzamala fornisce il restante 30% all’area metropolitana di Città del Messico e alla vicina Valle di Toluca, come affermato da Solano-Rojas.