giovedì, 14 Novembre, 2024
Ambiente

La vegetazione prende il posto dei ghiacciai dopo il loro ritiro

In tutto il mondo i ghiacciai si stanno ritirando rapidamente a causa del riscaldamento globale. Le aree che si liberano dopo la riduzione dei ghiacciai sono, in una prima fase, prontamente colonizzate da una moltitudine di organismi viventi. Tra questi, le piante sono sicuramente gli organismi più visibili. Dopo la colonizzazione di queste aree, le comunità di piante cambiano nel tempo in un processo chiamato ‘successione ecologica’. A spiegare quali meccanismi determinano queste successioni è l’Università Statale di Milano, che ha realizzato uno studio internazionale sullo sviluppo della vegetazione dopo il ritiro dei ghiacciai, aiutando così a comprendere pienamente l’evoluzione dei nuovi ecosistemi.

Addizione e sostituzione

Per capire quali meccanismi determinano tali successioni, nello studio sono stati evidenziati due meccanismi: le nuove specie possono arrivare senza escludere quelle che erano già presenti (aggiunta), oppure, le nuove arrivate possono sostituire le specie già presenti (sostituzione). L’importanza di questi due processi è stata molto dibattuta nell’ultimo secolo, anche perché il loro ruolo potrebbe variare nel tempo e a seconda del contesto ambientale. Le aree che si formano dopo il ritiro dai ghiacciai sono un laboratorio formidabile per testare queste ipotesi, “perché permettono di raccogliere misure accurate di come la diversità delle comunità cambia nel tempo”.

Lo studio di 46 ghiacciai

Per conoscere l’evoluzione di questi ecosistemi, gli studiosi della Statale di Milano, in collaborazione con numerosi colleghi di 13 paesi diversi, hanno visitato e analizzato ben 46 ghiacciai in fase di ritiro in tutto il mondo. Per ogni ghiacciaio, i ricercatori hanno studiato le aree lasciate libere dai ghiacciai negli ultimi secoli, confrontando siti in cui il esso si è ritirato nell’ultimo decennio con siti in cui i ghiacciai si sono ritirati diversi decenni prima. Cosi, confrontando queste superfici, i ricercatori hanno potuto misurare come le comunità di piante cambiano del tempo e quantificare l’importanza relativa di “addizione” e “sostituzione” delle specie.

Poi, l’arrivo di specie più competitive

Tale studio, pubblicato su Nature Plants, ha confermato che le comunità di piante cambiano rapidamente nel tempo ma i due meccanismi hanno un’importanza variabile. Appena dopo il ritiro del ghiacciaio, i suoli sono poveri ed instabili e vengono colonizzati da poche piante pioniere. In questa fase prevale il meccanismo di addizione: i primi arrivati possono aiutare a stabilizzare il terreno, favorendo l’aggiunta di nuove specie. Questo processo di aggiunta continua per i primi 50 anni, ma poi le cose cambiano poiché entra in gioco un nuovo meccanismo: la sostituzione. A questo punto i suoli sono diventati abbastanza ricchi e stabili, permettendo così l’arrivo di specie più competitive che si stabiliscono, escludendo le specie pioniere e rimpiazzandole.

Meccanismi importanti

Il confronto di un gran numero di ghiacciai suggerisce che questi due meccanismi siano importanti in tutto il mondo. “Queste informazioni ci aiutano a capire come evolveranno i nuovi ecosistemi, sempre più ampi, che si stanno formando in montagna e nelle aree intorno ai poli in conseguenza del ritiro dei ghiacciai” ha spiegato Francesco Ficetola, coordinatore dello studio ed esperto di biodiversità dell’Università Statale di Milano e docente del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali.

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