martedì, 24 Dicembre, 2024
Esteri

Hamas spegne speranze di pace. Al-Sisi conferma Biden sulla tregua

Nave tedesca respinge attacco Houthi

Pace fatta e disfatta. Le speranze innescate dal Presidente Biden sono state subito demolite da Hamas che le ha definite “non legate alla realtà” e aggiungendo “se gli statunitensi vogliono essere davvero ottimisti, devono porre fine al loro gioco di due pesi e due misure. “Parlano di volere un cessate il fuoco e di evitare di allargare il conflitto nella regione – ha detto Basem Naim, capo delle relazioni politiche e internazionali di Hamas – ma allo stesso tempo usano il loro veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, forniscono miliardi di dollari a Israele e gli assicurano più munizioni.” Hamas si dice “flessibile” per arrivare a un cessate il fuoco. E lo conferma anche il leader Haniyeh che in un video messaggio dice entrambe le cose: pronti a proposte per il cessate il fuoco, ma anche pronti a continuare i combattimenti. Risponde il Presidente egiziano, al-Sisi, esposto in prima fila nei negoziati, che invece conferma quanto detto dal Presidente Biden; potrebbe esserci un accordo “nei prossimi giorni” e ha chiesto anche alla Gran Bretagna di fare pressione su Israele perché si raggiunga una tregua. Alon Bar, ambasciatore israeliano in Italia, ha dichiarato “anche noi abbiamo interesse che si raggiunga un cessate il fuoco sostenibile.” Ma poi ha aggiunto che occorre garantire la liberazione degli ostaggi in sicurezza e anche il ritorno in sicurezza degli abitanti nelle aree vicino al confine con la Striscia.

Palestinesi a Mosca per accordarsi tra loro

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh ha esortato i fedeli musulmani a recarsi a pregare alla moschea di al Aqsa a Gerusalemme per l’inizio del Ramadan, mese sacro per la comunità musulmana, nonostante le dichiarazioni del ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir, secondo cui bisognerebbe vietare l’accesso alla Spianata delle moschee a tutti i musulmani. “L’assedio di Al Aqsa e quello di Gaza sono la stessa cosa”, ha dichiarato il capo dell’ufficio politico di Hamas. “L’Asse della resistenza, guidato e sostenuto dall’Iran, deve continuare a sostenere Gaza tramite mezzi politici, finanziari e con l’invio di armi. E’ dovere delle nazioni arabe e islamiche prendere l’iniziativa per spezzare la cospirazione della carestia a Gaza.” Oggi a Mosca arriveranno le fazioni di Fatah e Hamas per trovare un accordo tra loro su un governo unificato e la ricostruzione della Striscia nel dopoguerra. E mentre la diplomazia va per le lunghe sul campo parlano le armi e la fame.

Carestia nella Striscia

Nei giorni scorsi le organizzazioni umanitarie hanno segnalato che tante persone sono costrette a mangiare mangime per animali. Gli abitanti di Gaza ieri hanno protestato contro l’aumento del prezzo del riso bruciando pneumatici nelle strade della città meridionale di Rafah. Le Nazioni Unite hanno avvertito che più di 2 milioni di persone, praticamente tutti gli abitanti della Striscia, sono sull’orlo della carestia. Gli aiuti entrano con il contagocce. Nei giorni scorsi gli aiuti umanitari, tra cui cibo e medicine, sono stati paracaduti a Gaza attraverso paracadute con un’operazione congiunta di Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Francia. Alla missione ha partecipato personalmente anche Re Abdallah di Giordania.

Missione Aspides contro Houthi

Sul fronte mar Rosso la fregata tedesca “Hessen”, ha respinto “per la prima volta” un attacco delle milizie Houthi che operano nello Yemen. La nave, inquadrata nella missione militare dell’Ue “Aspides”, nella quale c’è anche l’Italia, ha abbattuto due droni. Si è trattato del primo utilizzo di armi da parte della Marina tedesca nella missione, iniziata venerdì e considerata quella marittima più pericolosa nella storia della Bundeswehr, le attuali Forze armate tedesche.

Legame storico tra Italia e Israele

Ieri il Senato italiano ha voluto ricordare i 75 anni di relazione diplomatica con Israele. Su iniziativa dei senatori di Forza Italia, il Presidente Ignazio La Russa ha invitato invitato l’ambasciatore Alon Bar che non si è lasciato sfuggire l’occasione di fare riferimento al recente caso legato alla Biennale di Venezia osservando che “alcuni hanno anche tentato di imporre la censura nei confronti degli artisti israeliani e del loro diritto di espressione artistica”. “Auspico che il Senato e la societàitaliana – ha detto – non cedano e proseguano a sostenere il rafforzamento del legame storico tra Israelee Italia.” “Apprezziamo ogni gesto di solidarietà con Israele e la vostra presenza qui mi scalda il cuore.”

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