“Questa terra è un pezzo della nostra casa e faremo la nostra parte per difenderla”. Sono state queste le prime parole della premier Giorgia Meloni all’aeroporto di Hostomel a nord di Kiev, alla cerimonia in ricordo dei soldati ucraini protagonisti della storica battaglia del 24 e il 25 febbraio 2022. Con la Presidente italiana il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la Commissaria europea Ursula von del Leyen e gli altri leader internazionali giunti nella capitale per il secondo anniversario dell’aggressione russa. Giornata importante anche perché, dopo giorni di tensione, la Russia ha ceduto e ha riconsegnato alla famiglia il corpo di Alexej Navalny. Era nell’obitorio dell’ospedale di Salekhard, città dove si trova anche la madre. Non è chiaro se l’accordo prevede un funerale segreto, come era stato richiesto nei giorni scorsi dalle autorità russe oppure si potrà farne uno pubblico.
Meloni, chiara scelta di campo
Il viaggio a Kiev della Presidente Meloni è stato un atto anche simbolico che, in Italia, si è cercato di coprire in tutti i modi con manifestazioni di piazza, dichiarazioni e notizie di secondo piano. Ma resta la chiara e determinata scelta di campo perché è la prima giornata del G7 a guida italiana. Meloni è arrivata in Ucraina accompagnata dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal premier del Belgio Alexander De Croo, presidente di turno del Consiglio europeo, dal primo ministro canadese Justin Trudeau, membro anche lui del G7 ed è stata ricevuta in un luogo altamente significativo: là dove si è svolta la battaglia di Hostomel.
Zelensky: Putin ha fallito
“Questo posto è un simbolo del fallimento di Mosca e dell’orgoglio ucraino”, ha detto Meloni parlando alla stampa. “Questa terra è un pezzo della nostra casa e noi faremo la nostra parte per difenderla.” “Ci ricorda che c’è qualcosa più forte di missili e guerra, l’amore per la terra e la libertà. Sono due anni che si combatte: prima si pensava di occupare metà del territorio ucraino, non è successo, poi l’Ucraina ha liberato una parte dei suoi territori”. Anche Zelensky ha sottolineato la scelta del luogo della cerimonia, “simbolo delle resistenza ucraina e del fallimento di Putin.” Patto decennale con l’Ucraina Poi nella cattedrale di Santa Sofia di Kiev, la prima riunione del G7 in collegamento con Berlino, Washington, Parigi, Londra e Tokyo (assente il Presidente francese Emmanuel Macron). Una riunione che ha riaffermato il sostegno umanitario, economico e militare dei sette Stati che fanno parte del foro internazionale. “Raggiungere una pace giusta e duratura è un diritto che tutti sosteniamo con il nostro lavoro”, ha detto la Presidente italiana, “l’Ucraina sta combattendo per tutta l’Europa, noi ne siamo consapevoli, essere qui oggi serve, anche con atti concreti, a dare questo segnale”. E l’Italia, proprio in questa giornata, ha siglato il patto di sicurezza e cooperazione con l’Ucraina che avrà durata decennale e prevede aiuti sul piano militare e umanitario, interventi di sviluppo e per la ricostruzione. La Presidente italiana, poi, ha donato a Zelensky la medaglia coniata dal Poligrafico e Zecca dello Stato dedicata alla resistenza ucraina e ha aggiunto: “quello che è accaduto negli ultimi due anni, con focolai di crisi che si continuano a moltiplicare, è figlio di quella invasione. Quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di ritrovarsi in un mondo in cui chi è militarmente più forte invade il suo vicino. Non so se ci conviene un mondo del genere.”
Gli aiuti dell’Ue agli ucraini
Quanto agli aiuti è intervenuta anche la Commissaria Von der Layen che ha ricordato come l’Unione ha già provveduto all’assistenza militare con 28 miliardi di euro e con il Fondo Ucraina di 5 miliardi per l’acquisto di armi. L’Unione europea provvederà anche all’invio di munizioni e all’addestramento di oltre 60 mila soldati. Inoltre si sta lavorando alla “possibilità di usare gli asset russi congelati” da destinare alla ricostruzione e a marzo ci sarà la prima tranche di 4,5 miliardi di euro dei 50 già stanziati.