domenica, 29 Settembre, 2024
Esteri

Veto Usa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Bocciata risoluzione Paesi Arabi

Il Principe William preoccupato per guerra e antisemitismo. Houthi: Regno Unito “paese ostile”

Nei prossimi giorni il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, invierà in Medioriente il suo principale consigliere Brett McGurk per discutere dell’eventuale operazione su Rafah annunciata da Israele. Gli americani stanno cercando di arrivare a un accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora sequestrati da Hamas e di evitare che si verifichi una catastrofe umanitaria nella Striscia di Gaza.

Al Cairo sono riprese le trattative anche con una delegazione israeliana. Ieri gli Stati Uniti sono anche intervenuti mostrando tutto il loro peso mettendo il veto alla risoluzione araba in votazione al Consiglio di Sicurezza Onu che prevedeva il cessate il fuoco immediato, ma non c’era la condanna a Hamas.

La Gran Bretagna si è astenuta. Tredici membri del Consiglio hanno votato a favore. Secondo la Rappresentante permanente Linda Thomas Greenfield gli Usa presenteranno una nuova risoluzione che prevederà il cessate il fuoco e la richiesta a Israele di non avviare l’offensiva su Rafah, annunciata per il 10 marzo, giorno di inizio del Ramadan. “Gli Stati Uniti non potevano sostenere la risoluzione messa ai voti dal Consiglio di sicurezza perché ritengono che potesse minare i delicati negoziati in corso e che non sia il momento giusto per un cessate il fuoco permanente a Gaza” ha spiegato il coordinatore del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby in un briefing, rilanciando però il monito che qualsiasi operazione rilevante di Israele a Rafah senza un piano per garantire la sicurezza del popolo palestinese sarebbe un disastro. La Cina si è detta “delusa” dal veto americano e l’ambasciatore Zhang Jun ha affermato che “sono gli Stati Uniti che bloccano tutto.”

Sopralluogo delegazione Usa

Anche una delegazione della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti guidata da Adam Smith, democratico a capo della Commissione per le Forze armate, è in Medioriente per esaminare lo stato degli aiuti alla Striscia di Gaza. Gli aiuti che arrivano nel Nord Sinai vengono immagazzinati in una serie di magazzini logistici attrezzati e successivamente trasportati nella Striscia di Gaza in coordinamento tra la Mezzaluna Rossa egiziana, la sua controparte palestinese e l’Organizzazione per i rifugiati palestinesi (Unrwa), in base ai bisogni più urgenti della popolazione civile della Striscia di Gaza. Ieri dal varco di Rafah sono stati portati in Egitto 43 feriti palestinesi con 35 accompagnatori; in tutto 483 persone, tra egiziani, stranieri e titolari di doppia residenza. Mentre sono entrati nella Striscia 35 operatori sanitari di diversi Paesi e 12 organizzazioni internazionali. Dal varco sono passati poi 50 camion di aiuti umanitari e 5 cisterne di carburante. A nord della Striscia, invece, le organizzazioni umanitarie dell’Onu hanno bloccato gli aiuti dopo l’assalto ai mezzi da parte di cittadini.

Nota ufficiale del Principe William

Sulla vicenda mediorientale con una rara nota ufficiale ha preso posizione anche il principe William: “resto profondamente preoccupato per il terribile costo umano del conflitto in Medioriente dopo l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre – ha dichiarato l’erede al trono inglese -. Come molti altri, voglio vedere la fine dei combattimenti al più presto possibile. C’è un disperato bisogno di un accresciuto sostegno umanitario a Gaza.” Ieri William ha partecipato a due eventi incontrando i volontari della Croce Rossa e poi è entrato in una sinagoga con l’obiettivo, contemporaneo, di “riconoscere la sofferenza umana causata dalla guerra” e di contrastare “l’antisemitismo nel mondo.”

Ohchr, donne violentate carcere israeliane

Dagli uffici dell’Onu, precisamente dall’Ohchr (Organizzazione per i rifugiati) è uscito un rapporto che accusa Israele di violazione dei diritti umani su detenute palestinesi. Il Governo di Netanyahu ha categoricamente negato la fondatezza del rapporto che menziona “molteplici forme di violenza sessuale, come essere spogliate nude ed essere perquisite da ufficiali maschi dell’esercito israeliano” e almeno due casi di stupro. Il portavoce governativo israeliano Eilon Levy ha detto che quel genere di accuse è “disgustoso” e ha anche messo in dubbio la attendibilità degli “esperti” su cui si basa quel rapporto. Costoro – ha accusato – sono rimasti silenziosi di fronte agli abusi sessuali patiti dalle donne e dalle ragazze israeliane da parte di Hamas ed è evidente, ha aggiunto, “che essi sono mossi non da uno spirito di verità ma dal loro odio verso Israele ed il popolo ebraico”.

Hlevi: mantenere l’umanità

Il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane, Herzl Halevi, ha invitato gli ufficiali dell’esercito a mantenere valori fondamentali anche nel combattimento. “A differenza del nostro nemico, noi manteniamo la nostra umanità”, ha scritto Halevi. “Dobbiamo stare attenti a non usare la forza dove non è richiesta, a distinguere tra terroristi e non terroristi, a non prendere nulla che non sia nostro – un souvenir, un oggetto militare o qualcosa di simile – e non filmare video di vendetta”, ha aggiunto “Non siamo impegnati in una follia omicida, in una vendetta o in un genocidio.” “Siamo venuti per vincere e sconfiggere un nemico crudele degno di un’amara sconfitta. Non commetteremo un errore e non gli permetteremo di ottenere qualcosa a livello internazionale.”

Houthi: Usa e Uk “paesi ostili”

Sul fronte mar Rosso, ieri le navi da guerra francesi hanno intercettato e distrutto due droni in attacchi provenienti dallo Yeme. “Nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, le fregate multimissione francesi hanno rilevato molteplici attacchi di droni provenienti dallo Yemen nelle rispettive zone di pattugliamento nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso meridionale. Due droni sono stati attaccati e distrutti”. Gli Houthi hanno annunciato che d’ora in poi considereranno gli Usa e il Regno Unito come “paesi ostili.”

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