mercoledì, 26 Giugno, 2024
Ambiente

Le città italiane soffrono di smog. Legambiente parte con ‘Città 2030’

Negli anni miglioramenti, ma ora c’è discrepanza tra Oms e Ue 

La lotta allo smog nelle città italiane è ancora in salita. I livelli di inquinamento atmosferico sono troppo lontani dai limiti normativi previsti per il 2030 e sopratutto dai valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La salute dei cittadini è a rischio. Lo sostiene Lagambiente nel report sull’inquinamento atmosferico riferito al 2024. “Nonostante una riduzione dei livelli di inquinanti atmosferici nel 2023”, comunicano gli ambientalisti, “le città faticano ad accelerare il passo verso un miglioramento sostanziale della qualità dell’aria.”

Veneto troppi sforamenti

Le analisi sui livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e del biossido di azoto (NO2) rivelano che 18 città sulle 98 monitorate, hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo). Erano state 29 le città “fuorilegge” nel 2022 e 31 nel 2021. In testa alla classifica delle città c’è Frosinone (con la centralina di Frosinone Scalo) con 70 giorni di sforamento, il doppio rispetto ai valori ammessi, seguita da Torino (Grassi) con 66, Treviso (strada S. Agnese) 63 e Mantova (via Ariosto), Padova (Arcella) e Venezia (via Beccaria) con 62. Anche le tre città venete, Rovigo (Centro), Verona (B.go Milano), e Vicenza (Ferrovieri), superano i 50 giorni, rispettivamente 55, 55 e 53. Milano (Senato) registra 49 giorni, Asti (Baussano) 47, Cremona (P.zza Cadorna) 46, Lodi (V.le Vignati) 43, Brescia (Villaggio Sereno) e Monza (via Machiavelli) 40. Chiudono la lista Alessandria (D’Annunzio) con 39, Napoli (Ospedale Pellerini) e Ferrara (Isonzo) con 36. Le città italiane, da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto ai valori più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2).

Oms e Unione europea

Tra l’altro c’è un certo disaccordo tra le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea. L’Oms ha abbassato i nuovi limiti sostenibili rispetto a quelli in vigore in Europa. Ad esempio per il PM10 l’Oms ritiene un livello massimo entro i 15 µg/mc mentre per l’Ue è 40, anche se dal 2022 è in corso un tentativo di revisione dei livelli per l’Eurozona, soprattutto in vista degli obiettivi da raggiungere entro il 2030. A settembre 2023, il Parlamento europeo ha votato a sostegno dell’iniziativa della Commissione, assumendo una posizione negoziale più stringente a favore di obiettivi perfettamente allineati a quelli OMS.

Città 2030

Legambiente, intanto, per promuovere una mobilità sostenibile e a zero emissioni e per chiedere a gran voce città più vivibili e sicure ha messo in campo la campagna itinerante Città2030, che partita è partita l’8 febbraio e fino al 6 marzo 2024 farà tappa in 18 capoluoghi per capire quanto manca alle città italiane per essere pronte alle scadenze del 2030.

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