Il giorno dopo il “no” secco di Netanyahu a qualsiasi tregua e l’ordine di attaccare l’area di Rafah arrivano dall’Iran le certezze che “gli sviluppi nella Striscia di Gaza preannunciano una soluzione politica della crisi.” La Cnn dagli Stati Uniti sostiene che il premier israeliano avrebbe condizionato l’operazione a Rafah purché venga completata entro il Ramadan; ovvero entro il 10 marzo. E che il Gabinetto di guerra sta preparando una proposta per Hamas per la liberazione degli ostaggi. Se tutto fosse vero, allora ha ragione chi sostiene che non deve esserci tregua finché chi ha organizzato l’assalto del 7 ottobre scorso non sarà completamente neutralizzato: più Israele alza il tiro, più si moltiplicano le proposte di tregua. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha anche rivelato che i palestinesi “hanno sviluppato iniziative politiche per il dopoguerra”, e ha anche aggiunto che “l’Iran e il Libano confermano che la guerra non è la soluzione e che non abbiamo mai cercato di espanderla” cosa che significherebbe l’ammissione esplicita, anche per gli iraniani e i palestinesi, che la situazione attuale non è più sostenibile. L’Egitto, invece ha avvertito che i negoziati per una tregua a Gaza “sono complicati”, la situazione “evolve in modo negativo” e si è espresso con forza contro il piano di Israele di estendere la sua offensiva a Sud dell’enclave, quella che Il Cairo – attraverso il suo ministro degli Esteri, Sameh Shukri – ha definito “una politica sistematica di sfollamento” degli abitanti di Gaza.
Armi intelligenti?
Intanto le forze armate israeliane hanno iniziato l’operazione a sud della Striscia. E’ stato ucciso in un raid su un veicolo a Rafah il capo della intelligence della polizia di Hamas Ahmed al-Yaakobi. Nello stesso attacco è stato ucciso il suo vice, Iman a-Rantisi e una terza persona. Si tratta di Ibrahim Shatat il delegato della polizia di Hamas per la distribuzione degli aiuti. L’esercito israeliano ha schierato, per la prima volta in combattimento, alcune tecnologie militari basate sull’intelligenza artificiale. “In generale la guerra a Gaza presenta minacce, ma anche opportunità per testare le tecnologie emergenti sul campo”, ha affermato Avi Hasson, amministratore delegato di Startup Nation Central, un incubatore tecnologico israeliano che collabora con l’Idf. Ma il crescente numero di vittime civili dimostra che è necessaria una supervisione molto maggiore sull’uso di nuove forme di tecnologia di difesa, ha detto Mary Wareham, esperta di armi presso Human Rights Watch.
Gli Houthi minacciano l’escalation
Ieri sono tornati a farsi sentire gli Houthi, ma anche la coalizione che presidia le rotte commerciali nel mar Rosso. Le forze del Comando centrale degli Stati Uniti hanno comunicato di aver condotto “attacchi di autodifesa contro due navi di superficie senza equipaggio, quattro missili da crociera antinave mobili e un missile da crociera d’attacco terrestre” che erano pronti a essere lanciati contro navi. I ribelli yemeniti hanno minacciato escalation della guerra e anche l’Italia che metterebbe “a repentaglio la sicurezza delle sue navi militari e commerciali” assumendo il comando tattico della missione Ue Aspides. Il vice capo dell’Autorità per i media degli Ansar Allah (Houthi) ha detto all’agenzia italiana Adnkronos: “non consigliamo assolutamente all’Italia di impegnarsi in questa missione perché è basata su informazioni false ed errate secondo cui esiste un pericolo per la navigazione.”
Disperazione per Hind
È stata trovata morta Hind Rajab, la bambina palestinese di sei anni dispersa dopo che l’auto della famiglia era finita sotto i colpi a Gaza provocando l’uccisione dei famigliari, come hanno dichiarato il ministero della Sanità gestito da Hamas e i suoi parenti, che accusano Israele di averla uccisa. La bambina si era nascosta nell’auto con dentro i famigliari uccisi e aveva chiesto aiuto al telefono raccontando che i famigliari si erano addormentati. Da allora non si erano più avute sue notizie. Secondo la Mezzaluna rossa Palestinese, due medici inviati a cercarla sono stati uccisi da soldati israeliani.