Secondo quanto emerge dai dati principali del Rapporto Sport 2023, la prima ricerca di sistema sul settore, il settore dello Sport ha raggiunto in Italia una dimensione economica rilevante pari a circa 22 miliardi di euro, con un contributo al Pil nazionale dell’1,3%, confermandosi una vera e propria industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche, stimato in 2,2x e un’incidenza significativa a livello occupazionale. Il settore conta circa 400mila addetti attivi lungo la filiera estesa dello Sport, che vede la presenza di oltre 15mila imprese private e circa 82mila Enti non profit. La sfida più grande, però, rimane quella promozione della “pratica sportiva per tutte le età”, che porta “ritorni economici e sociali dell’investimento. È la nostra sfida più grande”, ammette il presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma. Più di 38 milioni di italiani, infatti, non pratica sport e solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo regolare. In Europa, il nostro Paese è al ventunesimo posto per quota di adulti che praticano attività fisica nel tempo libero: il 27% della popolazione svolge esercizio fisico almeno una volta a settimana, rispetto a una media europea del 44%.
Investimenti importanti
“Per noi deve essere un’ossessione rendere lo sport accessibile a tutti, dando opportunità a ogni genere, condizioni economiche e geografia”, incalza Abodi, ministro per lo Sport e i giovani. Per farlo, però, saranno necessari investimenti importanti soprattutto sulle infrastrutture; in Italia, infatti, le strutture sono vecchie, costruite negli anni ’70 e ’80, in gran parte inefficienti in termini di sostenibilità economica e ambientale. Una condizione che evidenzia anche “un dualismo tra Nord e resto del Paese, nello sport ancora maggiore di quello che si osserva guardando i tradizionali valori economici. Si pone una questione di infrastrutture: la cosa interessante è che l’impatto sociale di un investimento nello sport nel Sud sarebbe più alto di quello del Nord. Investire nel Sud, infatti, creerebbe maggiori benefici”, le parole di Beniamino Quintieri, presidente ICS. “L’obiettivo, quindi, rimane quello di incentivare la pratica sportiva graie a “una volontà comune di lavorare, dobbiamo avere motivazione feroce per andare avanti. Lo sport è socialità, se vogliamo rafforzare le difese immunitarie sociali è questo a cui dobbiamo fare riferimento”, conclude Abodi.