“Evidenziare la rilevanza economica e la capacità di generare benefici sociali addizionali del settore Sport”. Questo è l’obiettivo del ‘Rapporto Sport 2023’, prima ricerca di sistema sul settore Sport in base ai criteri dell’Unione Europea, presentato ieri a Roma dall’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) e da Sport e Salute alla presenza del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. La pubblicazione ha lo scopo di accendere un faro sul grande potenziale dell’industria sportiva, fornendo un quadro del contributo al PIL, della domanda di pratica sportiva, dello stato del parco impianti nazionale e della dimensione di impatto dello Sport. Il Rapporto Sport 2023 è stato illustrato dal presidente dell’ICS, Beniamino Quintieri e dal presidente di Sport e Salute, Marco Mezzaroma. Il lavoro congiunto rafforza la collaborazione tra due attori istituzionali del sistema Sport, che lavorano per “lo sviluppo dei territori e il benessere dei cittadini attraverso la promozione e il sostegno della pratica sportiva”, valori condivisi anche dalla Costituzione che dal 20 settembre 2023 riconosce, all’art.33, “il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”.
Un contributo al PIL nazionale dell’1,3%
La ricerca mostra che il settore dello Sport ha raggiunto in Italia una dimensione economica pari a circa 22 miliardi di euro, con un contributo al PIL nazionale dell’1,3%, confermandosi una vera e propria industria, con un potente effetto leva in termini di ricadute economiche, stimato in 2,2x e un’incidenza significativa a livello occupazionale. Il settore, infatti, conta circa 400 mila addetti attivi lungo la filiera estesa dello Sport e vede la presenza di oltre 15mila imprese private e circa 82 mila Enti non profit. Eppure, dall’indagine emergono criticità connesse riguardanti lo stato delle infrastrutture sportive, caratterizzate da “significativi problemi di manutenzione e conservazione e da una disomogenea distribuzione territoriale”. Come si evidenzia nel Rapporto, il 44% degli impianti è stato realizzato negli anni Settanta e Ottanta, in gran parte inefficiente in termini di sostenibilità economica e ambientale. Rendere più efficienti le infrastrutture “Il Rapporto Sport 2023 interpreta l’esigenza di acquisire nuove consapevolezze del sistema Sport, della sua influenza e dei suoi impatti nell’ambito dell’economia sociale della nostra Nazione – ha affermato il Ministro Abodi – così come della qualità della vita delle persone e delle comunità”. I contraccolpi della pandemia e in particolare la successiva crisi energetica, hanno avuto pesanti ripercussioni sull’equilibrio finanziario di molte strutture sportive, fortemente penalizzate dall’aumento delle bollette di elettricità e gas, che sono arrivate anche a incidere fino al 45% dei costi fissi totali. Per ICS e Sport e Salute, ora la sfida principale è rendere più efficiente e capillare la rete delle infrastrutture, favorendo la transizione verde e digitale degli impianti e assegnando priorità di intervento al Mezzogiorno, dove è localizzato solo il 26% degli impianti nazionali. Più di 38 milioni di italiani non pratica sport Riqualificare e potenziare il patrimonio edilizio sportivo significa migliorare la fruizione degli impianti e contestualmente combattere il tasso di sedentarietà: lo studio svela che più di 38 milioni di italiani non pratica sport e solo un quarto della popolazione svolge attività sportiva in modo continuativo. Per ICS e Sport e Salute “è necessaria un’azione di sistema per la costruzione di una cultura dello Sport, attraverso politiche multisettoriali in un’ottica sinergica tra pubblico e privato”. Alla luce degli accurati dati del Rapporto, disponibile online, Il Ministro per lo Sport ha sottolineato: “Questa preziosa analisi, alla quale dovrà essere data continuità nel tempo, potrà fornire un contributo fondamentale alla creazione di un modello italiano che punti a una maggiore e migliore presenza dell’attività sportiva, in tutte sue forme, nella nostra società”.