Gli agricoltori europei sono tornati in piazza per protestare contro le politiche dell’Unione. Il senatore presidente della Commissione Agricoltura, Luca De Carlo li difende: “L’Italia, con questo Governo, ha rappresentato l’agricoltore come custode del territorio e regolatore della biodiversità – spiega -.
Il ministro Lollobrigida ha presentato un documento su questo tema, che ha rovesciato anni di storytelling e di narrazione che hanno accompagnato, diciamo così, la discriminazione verso gli agricoltori e gli allevatori, facendoli passare per inquinatori invece che per quello che sono: custodi. Fino ad oggi l’Europa ha pensato che si potesse smettere di produrre e che gli agricoltori andassero ridotti a una sorta di giardinieri, prendendo le materie prime altrove, anche in barba a questioni come le norme sul lavoro. Poi alla prima crisi e con la guerra ci siano ritrovati senza capacità di essere indipendenti sotto il profilo del cibo.”
Coldiretti: cambio di rotta
La Coldiretti fa il punto della situazione: in Germania, per far fronte alle conseguenze della sentenza della Corte costituzionale che ha ritenuto illegittima la costituzione di fondi fuori bilancio, il governo ha presentato una manovra straordinaria di correzione dei conti pubblici che prevede la soppressione delle agevolazioni fiscali al gasolio agricolo. In Francia il Governo ipotizzava un prelievo fiscale sull’acquisto di fitofarmaci e sull’acqua destinata all’irrigazione. In Polonia, Ungheria e Romania, i produttori sono scesi in piazza per i contraccolpi economici provocati dall’aumento delle importazioni di prodotti agroalimentari dall’Ucraina.
In Spagna è stato deciso l’aumento del salario minimo interprofessionale del 5% a partire dal 1° gennaio. Nei Paesi Bassi si continua a voler ridurre la dimensione degli allevamenti. Su tutti pesano gli obiettivi “green” che significano, sostanzialmente, meno agricoltura e meno allevamenti. “Un cambio di rotta”, scrive Coldiretti, “è indispensabile anche a Bruxelles. Il tema sarà senz’altro al centro della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo”.
Cia: ruolo dell’Agricoltura
Cia-Agricoltori, con il presidente nazionale Cristiano Fini, chiede che “il nuovo semestre del Consiglio Ue siasegnato da una reale disponibilità a riconoscere il ruolo chiave dell’agricoltura nella transizione green e l’input di Paesi, tra cui l’Italia, orientati a costruire insieme un futuro sostenibile che sia davvero graduale e possibile. Servono più risorse nella Pac, ricerca scientifica e principio di precauzione alla base di dossier spinosi, come quello sulla carne sintetica, e un intervento forte per una campagna europea di conservazione delle acque, come mai vista prima”.
Finora dati 13 miliardi
De Carlo ha ribadito che il Governo ha una “interlocuzione costante con le categorie interessate”. “C’è un disagio, ma questo governo è quello che più, negli ultimi 20 anni, ha investito in agricoltura. E non lo dice Luca De Carlo, che può essere considerato di parte, ma lo dicono i numeri: quasi 13 miliardi in 15 mesi, 8 dal Pnrr più quelli degli altri interventi. Questo è il segno tangibile, chiaro della centralità che il governo assegna all’agricoltura. Poi, certo, la politica e la burocrazia a volte hanno tempi diversi da quelli dell’economia e quindi la risposta ai disagi non si percepisce immediatamente. Però è importante comunicare tutto quello che è stato fatto e che va nella stessa direzione di ciò che chiedono gli agricoltori”.