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Stampa, politica, Governo. Rapporti senza regole

sabato, 27 Gennaio 2024
1 minuto di lettura

In una sana democrazia i poteri rimangono distinti. I giornali informano e commentano, i politici e i governi legiferano. Le invasioni di campo fanno male a tutti. Se i giornali diventano “partiti”, tradiscono la loro missione. Se i politici vogliono dettare la linea alla stampa, minano alla radice la libertà. In Italia da anni succedono entrambe le cose. Ma nessuno fa un esame di coscienza.

Giornali-partito e fiction

Un sano giornalismo distingue tra fatti e opinioni. I fatti sono sacri, le opinioni libere. Quando si confondono fatti e opinioni nasce il giornale- partito e il lettore non sa se quello che legge è una valutazione o è quello che è successo. I titoli di alcuni quotidiani sono proclami o invettive. La notizia non viene data per quella che è ma per come viene interpretata dal giornale. Quindi il lettore non è correttamente informato ma “usato” e manipolato per impedirgli di farsi una propria idea su ciò che è successo. A questo aggiungiamo il malcostume per cui si virgolettano frasi di politici mai ascoltate o lette, si trasformano ricostruzioni arbitrarie in descrizioni di una realtà che non esiste. Si fa un mix di pochi fatti, tante supposizioni, molto sentito dire, nessun controllo incrociato delle fonti il tutto influenzato dalle proprie preferenze politiche. È fiction non giornalismo.
Chi davvero vuole difendere la libertà di stampa deve porsi questi problemi e fermare questa degenerazione.

La tentazione del servilismo

E veniamo ai politici e ai governanti. La buona regola è che costoro non si devono impicciare dei giornali. Non devono pretendere di averli ai loro piedi. Dovrebbero parlare con i fatti e con le decisioni non con continue polemiche contro le testate: nessun bavaglio, nessuna ingerenza, nessuna pressione sugli editori. Politici e governanti dovrebbero leggere i giornali per capire come si orienta l’opinione pubblica e tenerne conto. Niente di più. A loro andrebbe anche risparmiata la fatica di smentire e rettificare in continuazione.

Fatti, opinioni e decisioni

Senza il ruolo di controllo dell’informazione la democrazia va in frantumi. Con l’ingerenza della politica la libertà è a rischio. Bisogna tornare alle regole. Il giornalismo ritrovi dignità, rigore e orgoglio di svolgere il proprio lavoro con onestà intellettuale senza avere occhi di riguardo per gli “amici” e malevolenze e pregiudizi verso i “nemici”. Politica e Governo rispettino la stampa e facciano il loro lavoro pensando ai cittadini non ai titoli dei giornali.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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