venerdì, 18 Ottobre, 2024
Esteri

Rose Girone, la più anziana sopravvissuta all’Olocausto, compie 112 anni

Nella sua residenza a New York, Rose Girone, all’età di 112 anni, continua a essere una testimonianza vivente della storia, una donna che ha sfidato Hitler e ora lotta contro l’attuale ondata di antisemitismo che persiste nel mondo. La storia di Rose Girone è una storia di resilienza, di una vita segnata dalla tragedia dell’Olocausto e ancora oggi permeata dalla forza di una sopravvivenza incommensurabile. Originaria del villaggio di Janów nell’ex impero russo, Rose è considerata la sopravvissuta all’Olocausto più anziana al mondo. Il suo coraggio e la sua forza d’animo emergono ancora di più in un momento in cui l’antisemitismo sembra riaffacciarsi, alimentato dagli eventi in corso a Gaza.

A parlare di questa incredibile storia è Reha Bennicasa, l’ottantacinquenne figlia di Rose, che racconta con orgoglio la vita straordinaria di sua madre. “L’aumento recente dell’antisemitismo, alimentato dalla guerra in corso a Gaza, dimostra che l’odio secolare verso gli ebrei continua a esistere”, afferma Bennicasa con una sincerità che fa riflettere. “Diciamo ‘Mai più, mai più’, ma non credo che tutto questo finirà mai. Succede da sempre”. Il recente sondaggio demografico pubblicato dalla Conferenza sulle rivendicazioni materiali ebraiche contro la Germania rivela che Rose fa parte di un gruppo coraggioso di 245.000 individui sopravvissuti all’Olocausto, a oltre ottant’anni dall’inizio della seconda guerra mondiale. Questi superstiti sono sparsi in 90 paesi, con la maggioranza di essi (49%) che risiede in Israele, mentre il 18% si trova in Nord America e un altro 18% nell’Europa occidentale. L’età media di questi sopravvissuti è di 86 anni, e la maggior parte di loro sono donne.

Resistenza

Greg Schneider, vicepresidente esecutivo della Claims Conference, riflette sulla realtà imminente: “Questi sono ebrei nati in un mondo che voleva vederli uccisi. I dati ci costringono ad accettare la realtà che i sopravvissuti all’Olocausto non saranno con noi per sempre, anzi, abbiamo già perso la maggior parte di loro”. Tuttavia, Rose Girone continua a resistere, una testimonianza vivente di una storia che non deve essere dimenticata. La vita di Rose inizia nel 1912 nel villaggio di Janów, e nel 1938 sposa Julius Mannheim, un ebreo tedesco, trasferendosi successivamente a Breslavia, oggi conosciuta come Wroclaw, in Polonia. “Si trattava di un matrimonio combinato”, rivela sua figlia Reha Bennicasa, “al momento del matrimonio, era già incinta di otto mesi”

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