Nelle calde acque del Mar Rosso assisteremo al varo di una concreta politica di difesa dell’Ue? Settanta anni dopo il fallimento della comunità europea di difesa (Ced), voluta con forza da Alcide De Gasperi, l’Unione si trova ancora una volta di fronte alla necessità di mettere insieme le forze dei vari Paesi per affrontare un problema che nessun nazionalismo o sovranismo potrebbe da solo fronteggiare.
Contro i pirati degli Houthi ci sarà un ampio schieramento di navi da guerra di vari Paesi europei, forse a guida italiana. Le regole d’ingaggio della missione Aspides ancora non si conoscono. Ma certamente difendere i mercantili non sarà una tranquilla crociera. Non si tratterà solo di scortare le navi. I terroristi non si limitano ad abbordaggi e ad assalti da film. Ben armati dall’Iran, hanno notevoli capacità offensive, colpiscono con missili e droni di precisione.
Coordinamento con Prosperity guardian
Per difendersi da questi attacchi si riuscirà a creare una sorta di scudo di protezione efficace? Bisognerà aspettare che i missili puntino contro i nostri mercatili per tentare di abbatterli oppure si dovrà in qualche modo intercettarli con anticipo o prevenirne il lancio?
È evidente che sarà necessaria una qualche forma di coordinamento-se non altro come scambio di informazioni- con l’operazione Prosperity guardian che da giorni Stati Uniti e Regno Unito hanno avviato e che consiste nel colpire le basi militari degli Houthi.
Ne sapremo di più quando il ministro Tajani riferirà in Parlamento. E si spera che almeno stavolta ci sia unanimità di valutazioni sulla necessità dell’operazione.
Difesa comune europea pilastro della Nato
Ma l’occasione andrebbe colta per rilanciare il progetto di una difesa europea che non si limiti a missioni spot ma che preveda un’unica strategia, investimenti comuni, standardizzazione e integrazione degli armamenti.
L’Europa deve prepararsi all’eventualità di un disimpegno militare degli Stati Uniti nell’ipotesi che un Trump rieletto metta in pratica le sue dichiarazioni in materia. Senza l’ombrello americano l’Europa sarebbe esposta in modo pericoloso a minacce di aggressione. E solo un’Europa unita anche nella difesa potrebbe utilizzare al meglio le risorse necessarie per colmare il vuoto che il mancato apporto degli Stati Uniti creerebbe anche in sede Nato.