“E’ più corretto parlare di razionalizzazione del patrimonio delle partecipate: è necessario fare ordine in un mondo che non sempre è ben organizzato, quindi il pubblico decide di entrare di più in alcune realtà e cedere altre quote perché tutto sia più efficiente e razionale e al passo con i tempi”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, parlando di dismissioni.
Mercato globali aperti
Dapprima ha affrontato il tema al World Economic Forum, in Svizzera: “A Davos – ha detto – è utile avere contatti diretti con i responsabili principali di alcune grandi istituzioni finanziarie o aziende. Fra gli altri, ho avuto un incontro con Ruth Porat, la Chief Financial Officer di Google-Alphabet. Il gruppo ha investito in un centro di formazione a Napoli, fatto non banale, e sta lavorando con Tim sulla capacità di cloud del Paese.” Poi ha spiegato che non si tratta “semplicemente di fare cassa”. “In NetCo stiamo rinazionalizzando e c’è l’auspicio che entrino investitori pazienti. Sulle infrastrutture o sulle società critiche, al netto del golden power è bene avere soggetti nazionali e internazionali fuori da ottiche meramente speculative”. “Se il commercio mondiale andasse in crisi a causa delle guerre e delle tensioni geopolitiche – ha aggiunto –, per noi sarebbe un disastro. Noi abbiamo bisogno di mercati globali aperti, ma anche di capire come intende muoversi l’Europa sugli investimenti. Come si finanzia la transizione in settori strategici come l’acciaio? Con le tasse tradizionali, con il concordato preventivo? Forse sarebbe il caso di pensare a forme europee di prelievo alla frontiera, oltre alla Cbam, invece di andare in ordine sparso”.
Area euro in recessione
Per il ministro dell’Economia “è ovvio che l’area euro sta entrando in recessione. Per adesso l’inflazione è scesa grazie ai costi dell’energia, ma se si pensa di arrivare al più presto al due per cento alzando i tassi allora l’obiettivo è farlo attraverso una recessione. Sta accadendo. Sempre che funzioni, perché altrimenti saremo in stagflazione”. Giorgetti ha avuto anche colloqui con due grandi titolari di fondi sovrani: il ministro delle Finanze saudita Mohammed Al-Jardaan e quello del Qatar Ali bin Ahmed Al Kuwari. “Il saudita – ha spiegato il nostro ministro – è uno dei personaggi chiave negli equilibri del G20, e noi quest’anno abbiamo la presidenza del G7. Il Qatar è un soggetto che lavora tantissimo con noi. Sono Paesi che ci interessavano e abbiamo in qualche modo coltivato.”
Quote in vendita, ma quali?
Il Governo intende realizzare in un triennio privatizzazioni per 20 miliardi (1 punto di Pil), ma non è ancora chiaro come e in questi giorni il dibattito politico si è concentrato sulla ipotetica vendita del 5% delle azioni dell’Eni per un corrispettivo di 2 miliardi. Poi potrebbero essere messe in vetrina Poste Italiane e Leonardo, ma in lista ci potrebbero essere anche Fs, Snam o Terna e perché no? Cinecittà, Anas, Ansaldo, Fincantieri: praticamente tutte ipotesi che restano tali finché il Governo non deciderà.