Un gruppo di suore cattoliche, insieme ad altre persone, sarebbe stato rapito venerdì mentre viaggiava su un autobus a Port-au-Prince, Haiti. Le suore facevano parte della Congregazione delle Suore di Sant’Anna del Paese, come dichiarato da P. Morachel Bonhomme, presidente del gruppo Haiti Conference of the Religious, affiliato alla Chiesa cattolica. Bonhomme ha lamentato il crescente numero di rapimenti ad Haiti, che sta causando paura nelle persone. Ha espresso il desiderio che le Suore di Sant’Anna trovino la forza di superare questa terribile situazione. Ha invocato la solidarietà dei consacrati di Haiti e del mondo. Si ritiene che l’epidemia di rapimenti nel paese sia causata da bande rafforzatesi dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse nel 2021. Haiti è stato colpito anche da un terremoto nel 2010 e dall’uragano Matthew nel 2016. Per l’organizzazione no-profit Assessment Capacities Project, le bande hanno preso il controllo dell’80% del territorio di Port-au-Prince. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato a giugno, la violenza ha spinto oltre 165.000 haitiani a lasciare il loro paese.
Gli haitiani sono costretti a fuggire dalle proprie case a causa degli attacchi delle bande, delle esecuzioni extragiudiziali, dei rapimenti e della violenza di genere, diventati parte della loro vita quotidiana. Recentemente, Alix Dorsainvil, un’infermiera americana, e suo figlio sono stati rapiti e tenuti prigionieri per quasi due settimane prima di essere rilasciati. A seguito di questo evento, il Dipartimento di Stato ha ordinato ai dipendenti e alle famiglie del governo statunitense, che non si trovavano in situazioni di emergenza, di lasciare Haiti, affermando che il Paese è diventato estremamente pericoloso.
Nel corso del 2021, cinque preti e due suore sono stati rapiti in un sobborgo di Port-au-Prince. I funzionari cattolici romani hanno annunciato il loro rilascio quasi tre settimane dopo, ma solo dopo che la Chiesa cattolica ha temporaneamente chiuso le istituzioni per protestare contro i rapimenti. Secondo l’ONU, solo nella comunità di Bas-Artibonite, situata a circa 60 miglia fuori dalla capitale, almeno 1.694 persone sono state uccise, ferite o rapite tra il 2022 e la fine del 2023.