PARMA (ITALPRESS) – Il cinema italiano è da sempre lo specchio della società e delle sue evoluzioni, interpreta le tendenze e i mutevoli scenari che la coinvolgono, così come Barilla che da oltre 146 anni è espressione dell'arte italiana del gusto e del cibo di qualità. In occasione della Giornata Mondiale del Cinema Italiano (20 gennaio), l'Archivio Storico Barilla fa rivivere 5 storie d'autore (attraverso foto e video esclusivi), realizzate insieme ai grandi maestri della cinematografia italiana come i Premi Oscar Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores e Federico Fellini, o da interpreti come Dario Fo, Giorgio Albertazzi e Pierfrancesco Favino, che negli anni hanno portato la magia della settima arte nella comunicazione dell'azienda di Parma, in campagne pubblicitarie che rappresentano preziosi esempi dell'evoluzione dei tempi e della società. Era il 1958 quando Barilla sceglie la via del testimonial. Con passi leggeri e più intimi il marchio si affaccia sugli schermi televisivi degli italiani con Carosello. Dapprima la voce suadente ed elitaria di un giovane Giorgio Albertazzi. Poi, già nel 1959, la collaborazione con il futuro premio Nobel Dario Fo, che in 10 short propone agli amici del bar varie storie basate su improbabili "balle": dall'aver corso al gran premio di Monza ad aver superato con il suo aereo Sputnik II, riportando la cagnetta Laika sulla terra. Alla fine del racconto uno degli amici puntualmente esclama: "Questa proprio non la bevo" e Fo risponde, mostrando una scatola di pasta Barilla: "E questa la mangi?". Da qui la storia d'amore tra Barilla e il cinema si rafforzerà. Con i caroselli con Mina degli anni '60, girati dal doppio Premio Oscar Piero Ghilardi, ex-scenografo e costumista di fiducia di Fellini e nel 1985, con il filmato "Alta società" – da tutti ribattezzato "Rigatoni" – diretto dal maestro. La pubblicità, geniale, prendeva in giro la nouvelle cuisine allora in ascesa: una coppia sofisticata al tavolo di un ristorante di lusso rifiuta portate dal nome francese per ordinare "rigatoni", tra lo stupore di tutti. Nel sito dell'Archivio Storico Barilla si trovano il video dello spot, ma anche altre chicche che ci permettono, ancora oggi, di entrare nella mente del grande regista: il video del backstage in cui si sente Fellini che dirige, si arrabbia e scherza con il cast. Fa rivivere, invece, i meravigliosi anni '90 Giuseppe Tornatore, che rende reale la carica simbolica del ritorno alla natura portando in scena la Famiglia del Mulino (la mamma insegnante, il papà giornalista, il nonno e i due bambini), che lasciano la città per andare a vivere nel verde, nel "vero" Mulino Bianco. il tutto diretto con la raffinatezza e lo stile di Tornatore, sulle note orchestrate da Ennio Morricone. E' del 2015 invece, l'interpretazione di Pierfrancesco Favino, giovane, sorridente, in viaggio lungo il Bel Paese per creare un ponte con i singoli territori e le persone che li abitano, nel lavoro diretto da Gabriele Salvatores. Un legame, quello tra Barilla e il mondo del cinema pronto ad adottare i linguaggi del nuovo Millennio. Tra gli spot d'autore che mettono in scena l'universo valoriale Barilla, ci sono anche tre film di prodotto realizzati per la campagna "Nata sotto il cielo d'Italia" per la regia di Sergio Rubini, Daniele Luchetti e Alessandro Genovesi dedicati alla Pasta Barilla 100% Grano Italiano, il grande rilancio di un prodotto iconico in Italia e nel mondo. Un percorso che arriva sino al 2020 quando il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out, Gabriele Mainetti, firma il nuovo spot Mulino Bianco, accompagnato dalle note di "My Favorite Things", invitando tutti gli spettatori a non smettere mai di cercare la felicità. -foto ufficio stampa Barilla – (ITALPRESS). mgg/com 18-Gen-24 11:49