Il Ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha annunciato oggi il completamento della fase “intensiva” delle operazioni nell’enclave settentrionale di Gaza. Gallant ha sottolineato che presto seguirà una simile fase nel sud dell’area, esortando il governo israeliano a elaborare un piano per l’enclave palestinese post-guerra. La dichiarazione di Gallant arriva in un contesto di crescente pressione internazionale, in particolare dagli Stati Uniti, che chiedono ad Israele di attenuare la sua azione militare. Le critiche globali nei confronti delle operazioni israeliane nel territorio palestinese sono in costante aumento. Nel frattempo, l’Iran ha lanciato missili contro ciò che sostiene fosse il “quartier generale delle spie” israeliane vicino al consolato americano nel nord dell’Iraq. Gli Stati Uniti hanno condannato l’atto, che ha ulteriormente intensificato le tensioni regionali. In aggiunta, i ribelli Houthi, sostenuti da Teheran, hanno attaccato una nave portacontainer di proprietà statunitense al largo dello Yemen.
La reazione
Israele ha reagito accusando Hamas di “terrore psicologico” in seguito alla diffusione di un video da parte dell’ala militare del gruppo. Il video mostrava Noa Argamani, un ostaggio catturato durante il festival musicale Nova, affermando che era stata ferita e che altri due ostaggi, Yossi Sharabi e Itay Svirsky, erano stati uccisi. Nel frattempo, la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è allarmante. Il Ministero della Sanità palestinese riporta che dall’inizio della guerra sono state uccise più di 24.000 persone nell’enclave, con oltre 60.000 feriti e migliaia di dispersi, presumibilmente morti. Funzionari militari israeliani affermano che almeno 188 soldati sono stati uccisi durante l’invasione di terra a Gaza.