Inizia bene l’anno per i titoli di stato italiani: se non altro non c’è la sfiducia degli anni scorsi e per il 2024 le previsioni economiche sono sopra la media europea. Le agenzie di rating, da Ficht a Moody’s al giudizio più recente di Standard and Poor hanno tutti mantenute livelli sostanzialmente stabili. La reputazione del Governo Meloni si riflette anche sui titoli di stato che hanno fatto registrare una buona crescita. Il Ministero dell’Economia ha collocato un Btp a scadenza settennale per un valore complessivo di 10 miliardi di euro e un secondo Btp a scadenza trentennale per un valore di 5 miliardi di euro. Le richieste sono state elevatissime: 73 miliardi per il primo, 82 miliardi per il secondo, per un totale di 155 miliardi di euro.
Spred stabile
Cifre altissime che vanno anche di pari passo con l’abbassamento dello spread, ora stabile intorno ai 160 punti base. Anche le famiglie italiane stanno tornando areinvestire nei titoli di Stato, torna il “popolo dei Bot”, infatti le richieste da novembre 2022 a settembre 2023 hanno subito una crescita del 40%. Pertanto va preso atto, e forse bisognerebbe fare in modo di non giocarsela, della fiducia rinnovata sia degli investitori internazionali che delle famiglie italiane.
Gli investitori esteri
I due collocamenti hanno visto una partecipazione straordinariamente diversificata (circa 40 paesi), con un grande interesse di investitori esteri. Infatti, la quota allocata presso questi ultimi è stata pari all’80,7% per il titolo a 7 anni e al 76,6% per il titolo a 30 anni. Tra questi, è stata di particolare rilievo la quota sottoscritta da investitori del Regno Unito (il 13,3% sul titolo a 7 anni e il 15,7% su quello a 30 anni). Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa continentale (il 36,3% sul titolo a 7 anni e il 43,6% su quello a 30 anni), con le quote più rilevanti assegnate a investitori francesi (rispettivamente il 10,6% e il 7,9%), provenienti da Germania, Austria e Svizzera (rispettivamente il 6,8% e il 5,7%). Il resto del collocamento è stato sottoscritto da altri paesi europei, tra cui anche la Grecia (3,1% sul 7 anni e 5,6% sul 30 anni). La quota allocata ad investitori nordamericani è stata mediamente del 15,4%. La partecipazione di investitori asiatici è stata del 15,5% per il titolo a 7 anni mentre trascurabile sul titolo a più lunga scadenza.