sabato, 16 Novembre, 2024
Lavoro

Contratti. Intesa per chimici e farmaceutici. 68 euro per 186mila lavoratori

Federchimica, Farmindustria e le organizzazioni sindacati di settore di Cgil-Cisl e Uil hanno raggiunto un’intesa in base alla quale si anticipa al 1° gennaio 2024 l’erogazione di 45 euro come quota della tranche di aumento contrattuale del Trattamento Economico Minimo (Tem) già previsto dal 1° luglio 2024. Si inserisce inoltre nei minimi contrattuali la cifra di 23 euro, a oggi riconosciuta in qualità di Edr (Elemento Distinto della Retribuzione) e che sarebbe stata trasferita comunque a partire da luglio 2024. L’incremento totale previsto è di 68 euro per la “categoria D1.”

Anticipi su prossimo contratto

L’accordo è stato raggiunto col comune obiettivo di supportare i lavoratori in un momento di particolare difficoltà, in un contesto geopolitico ed economico complesso, con elevati costi di energia e materie prime, anche favorendo la gestione complessiva dei costi per le imprese. Le somme anticipate verranno poi compensate nel corso del 2025 nell’ambito dei valori economici che saranno oggetto del prossimo rinnovo contrattuale. Con l’intesa raggiunta le parti intendono “riaffermare il valore di relazioni industriali costruttive e il ruolo di Parti sociali proattive, capaci di cogliere in tempi rapidi ogni utile opportunità per lavoratori e imprese del settore.”

Calo di produzione

L’industria chimica e farmaceutica passano dalle relazioni industriali per dare un ulteriore sostegno ai 186mila lavoratori e contrastare una dinamica inflattiva che pur dando segnali di raffreddamento si mantiene sostenuta e i costi energetici, pur in una fase congiunturale non delle migliori. Federchimica rende noto che nel 2023 le imprese del settore hanno registrato una colo di produzione complessivo del 9% e le stime per il 2024 sono di generale tenuta.

Farmaceutica, Italia leader

Nell’ultimo rapporto Federchimica sulla situazione del settore si legge che la chimica in Italia rappresenta il terzo produttore europeo (dopo Germania e Francia) e, per diverse produzioni della chimica fine e specialistica, riveste posizioni anche più rilevanti. “In alcuni casi, come nei principi attivi farmaceutici, vanta una leadership a livello mondiale.” La specializzazione italiana nella chimica delle specialità e di consumo – quota di produzione settoriale pari al 61% a fronte del 45% a livello Ue – contribuisce a spiegare la relativa tenuta della produzione dinnanzi alla crisi energetica, “ma non sgombra il campo dalle preoccupazioni.”

Occupati diretti e indiretti

Più del 95% dei dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato e, negli ultimi cinque anni, il settore ha generato oltre 7.000 nuovi posti di lavoro. Le imprese stanno investendo sui giovani anche per dotarsi di nuove competenze soprattutto nell’ambito della ricerca e della digitalizzazione. Negli ultimi cinque anni l’occupazione under-35 è aumentata del 13% a fronte del +3% nell’industria manifatturiera. Si stima che l’occupazione complessivamente attivata sia oltre il doppio di quella diretta e superi i 320 mila addetti.

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