Il mondo sta migliorando nella cura del Pianeta, ma deve triplicare gli sforzi se si vogliono raggiungere gli accordi di Parigi entro il 2030 come stabilito alla Cop28 di Dubai. A dirlo è l’Aie, l’Agenzia internazionale dell’energia, che nel suo ultimo rapporto “Renewables 2023” fa il punto sulle rinnovabili. Lo scorso anno globalmente è stato installato il 50% in più di capacità di energia elettrica rinnovabile rispetto al 2022, pari a 510 gigawatt. Se si mantenesse, però, la stessa capacità di produzione entro il 2028 si raggiungerebbero i 7.300 Gigawatt, che non sono sufficienti a centrare l’obiettivo di limitare ben al di sotto di 2 gradi Celsius il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale, puntando a un aumento massimo pari a 1,5 gradi.
Tre quarti delle nuove installazioni nel 2023 hanno riguardato il solare fotovoltaico, con la Cina ancora una volta alla testa di questa crescita (+66% delle turbine eoliche in un anno), ma anche Europa, Stati Uniti e Brasile hanno raggiunto livelli senza precedenti. In particolare, negli Stati Uniti, il secondo Paese per emissioni al mondo, grazie soprattutto al calo della produzione di energia elettrica a carbone, le emissioni di gas serra sono diminuite dell’1,9% nel 2023 e del 17,2% rispetto al 2005 secondo il rapporto del centro di ricerca Rhodium Group. Ma se il Paese vuole mantenere gli impegni presi di dimezzare le proprie emissioni entro il 2030 rispetto al 2005 deve triplicare la velocità.
Un’analisi condotta dall’Istituto di Economia Energetica dell’Università di Colonia (EWI) per l’Handelsblatt avverte, poi, anche di un altro rischio, quello delle centrali elettriche di riserva, necessarie per evitare interruzioni di corrente durante la transizione alle energie rinnovabili. Secondo l’esperto dell’EWI Philipp Kienscherf nella sola Germania entro il 2030 “potrebbe esserci una carenza calcolata di margini di contribuzione di circa 60 miliardi di euro per la costruzione di nuove centrali elettriche”.
In sintesi il Rapporto prevede, che nonostante nei prossimi cinque anni la crescita sarà “la più forte mai vista negli ultimi trent’anni”, offrendo una reale possibilità di raggiungere l’obiettivo fissato dai Governi alla COP28, tuttavia questo ritmo non è sufficiente, sottolineando in particolare la necessità di finanziamenti per i Paesi emergenti e in via di sviluppo. “Nelle condizioni di mercato e nello stato delle politiche attuali – ha detto il direttore dell’Aie, Fatih Birol -, la capacità globale sarebbe moltiplicata per 2,5 entro il 2030. Ciò non è ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo di triplicazione”. Da parte dei Paesi ricchi e dei grandi Paesi emergenti, sottolinea l’economista, è necessario porre fine alle esitazioni nelle politiche nazionali di investire nella modernizzazione e nell’adattamento delle reti, per ridurre i ritardi e le complicazioni amministrative. Per altri Paesi, l’accesso ai finanziamenti e la creazione di solidi quadri normativi saranno decisivi, così come la fissazione di obiettivi di installazione di rinnovabile, ancora assenti in alcuni Stati.
A causa della mancanza di investimenti e di una domanda sufficientemente sostenuta, l’Aie ha, poi, smorzato le aspettative rispetto a un massiccio boom dell’idrogeno verde, stimando che solo il 7% dei progetti annunciati dovrebbe entrare in funzione entro il 2030.