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GIORGIA MELONI PREMIER TRA I BANCHI DEL SUO GOVERNO

L’Italia, i Sette Grandi e il rilancio del Governo

martedì, 2 Gennaio 2024
1 minuto di lettura

Giorgia Meloni ha investito molto sulla politica internazionale. Nei primi 15 mesi di governo ha viaggiato molto, ha sviluppato una vasta rete di relazioni e si è conquistata una credibilità e un prestigio personale che molti ritenevano improbabile. Oltre ad accreditare sé stessa in modo autorevole, Meloni ha cercato di ridare un ruolo più significativo al nostro Paese puntando soprattutto nel più volte annunciato Piano Mattei per l’Africa.

Un lavoro necessario

Qualcuno ha perfino criticato l’impegno di Meloni sullo scacchiere internazionale giudicandolo un modo per eludere i problemi di casa nostra. Non è così. Era necessario che la leader del destra-centro diradasse una serie di dubbi e pregiudizi sul suo conto e che riaccendesse un dinamismo nella nostra politica internazionale, negli ultimi anni un po’ appannata.

La presidenza del G7 giunge in una fase delicatissima con due guerre sanguinose, una tensione internazionale che rischia di diventare incontrollabile, in un anno in cui 4 miliardi di persone andranno a votare, tra cui gli americani per scegliere il successore di Biden e gli europei per eleggere il loro Parlamento.

Volare alto

Meloni ha un’occasione straordinaria per dimostrare che l’Italia ha idee e forza per guidare i Sette Grandi affrontando sfide che minacciano anche lo stesso ruolo del G7. Ma Meloni deve cogliere questa opportunità anche per provare far “volare alto” il dibattito politico interno che rischia invece di immiserirsi in una campagna elettorale mediocre, fatta di colpi bassi, senza un vero confronto ideale e condizionata da una rincorsa demagogica ad aizzare gli istinti meno nobili dell’elettorato.

Uscire dal pantano

Il 2024 dovrebbe vedere un’accelerazione nella realizzazione del programma di governo e, soprattutto, dovrebbe aprire il capitolo delle riforme strutturali necessarie per far uscire il nostro Paese dal pantano della crescita fiacca e dello scadimento dei servizi pubblici essenziali, a partire dalla sanità. Il Presidente del Consiglio dovrebbe lavorare su due piani: aumentare il prestigio suo e dell’Italia sul piano internazionale e, forte di questa autorevolezza, impegnarsi su quello interno per guidare con più determinazione una maggioranza che può e deve fare di più.

Manovre di disturbo

Farebbe bene a non tenere in troppa considerazione alcune manovre di disturbo che vengono dall’interno della coalizione e che mirano a paralizzarla. Lo si è visto di recente. Se vuole superare la soglia del 30% alle prossime elezioni europee Meloni deve puntare molto sul successo che può ottenere nella presidenza del G7 e non mostrare segni di cedimento e indebolimento nella sua immagine decisionista. È una sfida anche per le opposizioni che inevitabilmente torneranno a dividersi su molti temi di politica internazionale su cui le distanze tra Pd e M5S sono ormai incolmabili. Ma sarebbe un errore tragico per Schlein sia ostacolare il successo dell’Italia al G7 solo per calcoli di politica interna sia  farsi condizionare da Conte andando fuori dalla rotta europeista e occidentale che finora il Pd ha sempre seguito senza sbandamenti.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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