martedì, 17 Dicembre, 2024
Società

Sempre più stranieri fanno impresa in Italia. Sono 657.000, il 10% in più in 5 anni

L’Italia delle imprese si arricchisce sempre di più di sfumature multietniche, con un notevole incremento del numero di imprese straniere nel corso del 2023. Secondo i dati di Unioncamere-InfoCamere aggiornati al 30 giugno, il numero di imprese straniere ha raggiunto quota 657.000, registrando un aumento del 10% rispetto a cinque anni fa. Nel contempo, le imprese con titolari italiani hanno subito una diminuzione del 3%. Nel corso dei primi sei mesi del 2023, si è assistito a un saldo positivo di 14.500 unità, con 35.501 iscrizioni e 20.923 cessazioni di imprese straniere. Questo trend positivo riflette il dinamismo e l’attrattività dell’Italia come ambiente imprenditoriale per una varietà di imprese provenienti da diverse parti del mondo. Il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha sottolineato l’importanza di questa diversificazione imprenditoriale, dichiarando: “L’Italia delle imprese è sempre più multietnica, e questo è un bene perché fare impresa aiuta ad integrarsi e pone un freno alla denatalità”.

Settori trainanti

I settori trainanti per l’imprenditoria straniera nel primo semestre del 2023 sono stati le costruzioni e i servizi, entrambi con un aumento del 3% su base annua, rappresentando congiuntamente il 44% del totale delle imprese straniere. Anche il settore agricolo ha fatto registrare una crescita significativa del 5%. Nonostante una lieve frenata, il commercio rimane il settore più rappresentativo, con oltre 261.000 imprese. Dal punto di vista geografico, la maggior parte delle imprese straniere si concentra nel Nord Ovest, in particolare in Lombardia, che rappresenta il 31% del totale. La provincia di Prato si conferma come l’area con la maggiore incidenza di imprese straniere, raggiungendo il 33%, seguita da Trieste (20%) e Firenze (18%). Analizzando le imprese individuali, emerge una diversificazione significativa nei paesi di provenienza dei titolari d’azienda. Marocco, Romania e Cina rappresentano il 34% del totale, seguiti da Albania, Bangladesh e Pakistan (19%), e poi Egitto, Nigeria e Senegal (11%). I titolari d’azienda marocchini mostrano una marcata presenza, concentrando la loro attività nelle province dello Stretto, come Catanzaro, Reggio Calabria e Messina. Al contrario, i titolari romeni presentano una distribuzione territoriale più ampia, con una maggiore incidenza in province situate in tre regioni diverse, come Viterbo, Torino e Cremona. Infine, i titolari cinesi mostrano una forte concentrazione in Toscana, soprattutto a Prato, con una percentuale record del 70%, e Firenze, insieme a una presenza significativa nelle Marche, in particolare a Fermo.

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