sabato, 16 Novembre, 2024
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Castello Caetani di Sermoneta: apertura straordinaria delle antiche prigioni

“Lattuca bona e cicoria fratesca ma un poco di cane di vitella forebe meglio, ma la libertà meglio di ogni cosa”. Questa frase è stata incisa da un carcerato rinchiuso nelle carceri del Castello Caetani di Sermoneta nel 1634. Centinaia di queste incisioni sono state rinvenute negli anni scorsi nelle prigioni dell’antico maniero e raccontano una storia particolare, di quando questo luogo era una fortezza militare. Negli anni la Fondazione Roffredo Caetani ha recuperato e valorizzato le carceri del Castello. In via del tutto eccezionale, le prigioni apriranno ai visitatori nel corso di cinque date durante il periodo delle feste. L’apertura straordinaria, che rientrerà nel normale percorso di visita del Castello, è fissata per il 26 e 31 dicembre e per il 1, 6 e 7 gennaio 2024.

Le origini

Le origini del Castello Caetani, situato nel borgo medievale di Sermoneta (LT), risalgono al XIII secolo quando ne erano proprietari i baroni Annibaldi. La rocca già allora era caratterizzata dal Maschio, una torre alta 42 metri e da una contro torre detta Maschietto. Nel 1297 Pietro Caetani, Conte di Caserta, ottenne dagli Annibaldi, per intercessione dello zio Papa Bonifacio VIII, Sermoneta, Bassiano e San Donato per la somma di 140 mila fiorini d’oro e Ninfa per 200 mila. I Caetani nel XV secolo avviarono grandi opere di ampliamento del Castello, la collegiata di San Pietro, dove erano custodite le spoglie Caetani, venne inglobata in Piazza D’Armi e al 1470 risalgono le Camere Pinte, stanze affrescate con scene mitologiche e allegoriche. Nel 1499 Alessandro VI Borgia con una bolla pontificia scomunicò i Caetani e si appropriò dei loro beni, privandoli di privilegi e diritti.

Una fortezza militare

Il castello sotto i Borgia divenne una fortezza militare: fu rinforzata la cinta muraria, fu costruito il Rivellino, o Cittadella e il muraglione del camminamento di ronda, fu distrutto l’ultimo piano del Maschio e raso al suolo la Chiesa di San Pietro in Corte, senza alcun rispetto per le spoglie dei Caetani ivi sepolte sin dal 1400. Alla morte di Alessandro VI, Papa Giulio II nel 1504 riconfermò i Caetani Signori di Sermoneta. Nel Seicento i Caetani si trasferirono altrove non avendo più Sermoneta l’importanza strategica di un tempo, iniziò così il lento abbandono del castello. Nel Settecento subì devastazioni e saccheggi da parte di militari spagnoli e francesi e durante l’Ottocento venne dato in affitto come magazzino militare e per derrate alimentari. Solo alle fine dell’Ottocento i Caetani tornarono ad occuparsene avviando imponenti lavori di restauro e trasformandolo in centro sociale e educativo. Oggi la Fondazione Roffredo Caetani lo tutela e conserva, cercando di perpetuare l’opera iniziata dal plurisecolare Casato.

Una visita particolare

Nel corso delle cinque giornate di apertura al pubblico, sarà possibile visitare le “carceri delle donne” che si trovano a ridosso della Sala dei Gendarmi, chiamata in età moderna “camerone”, dove sono presenti graffiti con grandi iscrizioni su cartiglio dipinto tracciate ad inchiostro nero o rosso che vanno dal 1606 al 1634, verranno inoltre aperte le prigioni alla base del Maschio, chiamate delle “Camere Pinte”, dove sono presenti graffiti settecenteschi realizzati con molta probabilità dai soldati delle truppe napoleoniche durante l’occupazione del Castello. “Durante queste cinque giornate – spiega il presidente della Fondazione, Massimo Amodio – i visitatori avranno l’opportunità unica di immergersi in un’atmosfera davvero particolare, per esplorare la storia intrisa di mistero di coloro che furono rinchiusi in quei luoghi secoli fa. Il recupero delle prigioni, portato a termine dalla Fondazione negli anni scorsi, proseguirà nel prossimo futuro così come l’attività di restauro e conservazione del Castello per il quale abbiamo progetti estremamente importanti con la previsione di nuovi percorsi di visita che includeranno, ovviamente, anche l’area delle segrete. Questa è dunque un’anteprima per le prossime festività che, sono sicuro, i nostri visitatori apprezzeranno particolarmente”. Per le suddette visite non è prevista alcuna maggiorazione sul contributo di ingresso. La prenotazione è necessaria sul sito www.castellocaetanidisermoneta.it

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Sandro Libianchi

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