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A quasi un anno dall’intrusione del pallone-spia cinese negli spazi aerei Usa, le relazioni tra i due Paesi sono in una fase di stallo

sabato, 23 Dicembre 2023
1 minuto di lettura

Era il 27 gennaio 2023 quando il generale Glen VanHerck, Presidente dei Capi di Stato maggiore congiunti e comandante dell’aeronautica militare incaricato di difendere lo spazio aereo americano, ha contattato il generale Mark Milley, principale consigliere militare del presidente Joe Biden, per affrontare una situazione emergente. Funzionari dell’intelligence statunitense avevano segnalato un enorme oggetto misterioso che attraversava lo spazio aereo americano sopra l’Alaska da circa dieci giorni. L’oggetto, identificato successivamente come un pallone aerostatico-spia delle dimensioni di tre autobus scolastici, ha scatenato una corsa di otto giorni all’interno dell’amministrazione Biden per valutare la minaccia che rappresentava e dare una risposta appropriata. Questo episodio ha messo in evidenza il crescente confronto tra gli Stati Uniti e la Cina, portando le relazioni tra i due Paesi a un punto critico senza precedenti nella storia recente. A distanza di quasi un anno dall’incidente, le relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina non si sono ancora completamente riprese. La competizione, sempre più audace, della Cina nello spazio ha evidenziato l’incapacità degli Stati Uniti di stabilire norme globali negli spazi sopra la Terra, in gran parte non regolamentati. Il programma cinese sui palloni spia rimane attivo, avverte VanHerck, sottolineando la mancanza di sviluppo di sistemi efficaci per rilevare tali minacce in anticipo. In un contesto privato, i funzionari dell’amministrazione Biden lamentano che la reazione politica e pubblica al pallone sia stata eccessiva rispetto alla reale minaccia che rappresentava per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Ritengono che il danno alle relazioni tra Washington e Pechino, causato dalla rabbia e umiliazione della Cina, costituisca una minaccia più grave rispetto al pallone stesso.

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