sabato, 22 Febbraio, 2025
Attualità

Nel 2022 cresce la raccolta differenziata in Italia

Stando ai dati che emergono dal ‘Rapporto Rifiuti Urbani’ dell’Ispra, nel 2022 è in aumento la raccolta differenziata in Italia, che si attesta al 65,2% della produzione totale. Le percentuali più alte si registrano in Veneto, con il 76,2%, e in Sardegna (75,9%). Supera per la prima volta la soglia del 50% la regione Sicilia (51,5%), che nell’ultimo quinquennio fa registrare un aumento di 22 punti percentuali. Il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 192,3 euro/abitante (nel 2021 era 194,5) in diminuzione di 2,2 euro/abitante. Al Centro il costo più elevato con 228,3 euro/abitante, segue il Sud con 202,3 euro/abitante e infine il Nord con un costo pari a 170,3 euro/abitante.

Rifiuti urbani

Nel 2022, la produzione nazionale dei rifiuti urbani – poco più di 29,1 milioni di tonnellate – non è allineata all’andamento economico. A fronte di incrementi del Pil e delle spese delle famiglie (rispettivamente, del 3,7% e 6,1%), i rifiuti urbani diminuiscono in tutte le macroaree geografiche. Nei 14 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti, tra 2021 e 2022 si registra invece un lieve incremento dello 0,4%. La percentuale di riciclo dei rifiuti urbani si attesta al 49,2%, in crescita rispetto al precedente anno (48,1%) ma non ancora sufficiente per raggiungere l’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è del 65%). I rifiuti urbani smaltiti in discarica rappresentano il 17,8% dei rifiuti prodotti a livello nazionale (in termini quantitativi circa 5,2 milioni di tonnellate, in calo del 7,9% rispetto al 2021). Gli obiettivi della Ue prevedono il 10% al 2035. I rifiuti da imballaggio hanno già ampiamente raggiunto i target europei per il 2025, ad eccezione della plastica che comunque è prossima all’obiettivo (48,9% a fronte di un obiettivo del 50%).

Nuovi termovalorizzatori

L’Italia, inoltre, ha urgentemente bisogno di nuovi termovalorizzatori, altrimenti sarà impossibile mantenere lo smaltimento in discarica al di sotto del 10% previsto dalla Ue. Lo rivelano Utilitalia e Ispra nel “Rapporto sul Recupero Energetico da rifiuti in Italia”. In Italia, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, si registra una carenza di termovalorizzatori. Nel 2022 erano operativi 36 impianti di incenerimento: 25 al Nord, 5 al Centro e 6 al Sud. Al loro interno sono state trattate 5,3 milioni di tonnellate di rifiuti. Tali impianti sono ormai saturi e non si prevedono nuove aperture nei prossimi anni (se non l’impianto a servizio di Roma Capitale, per una capacità di circa 600.000 tonnellate annue). Se non si inverte questa tendenza, il nostro Paese continuerà a ricorrere in maniera eccessiva allo smaltimento in discarica. Attualmente ci attestiamo al 18%, mentre le direttive Ue impongono di scendere sotto al 10% entro il 2035.

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