E’ insieme Presidente del Consiglio, leader della coalizione di destra-centro e Presidente di Fratelli d’Italia. Tre ruoli che le conferiscono un indubbio prestigio e potere ma che le impongono modi di comunicare complicati in cui i diversi cappelli che indossa spesso devono essere ben distinti.
Quando parla da Presidente del Consiglio Meloni rappresenta un’istituzione cruciale del nostro apparato costituzionale, il potere Esecutivo. Quindi si esprime a nome del Governo della Nazione e non del governo di una parte della Paese. Sebbene il Governo sia espressione della sola maggioranza, la sua azione legittimata dal Parlamento coinvolge anche chi non è d’accordo e vota contro. Il linguaggio da Presidente del Consiglio esige quindi una misurata distanza dalla parte politica che si rappresenta, pur nell’inevitabile passionalità del confronto tra maggioranza e opposizione. E obbliga la stessa opposizione a rivolgersi all’istituzione Governo con uno stile e con argomenti che dovrebbero essere sempre misurati e rispettosi.
Quando Meloni parla come leader della coalizione che ha vinto le elezioni è costretta a tener conto delle diverse anime della maggioranza che guida e a tentare di fare sintesi tra linee spesso diverse. In questo ruolo, Meloni è costretta a qualche equilibrismo, a dover rinunciare alla nettezza del suo eloquio abituale e a ricorrere al politichese.
Infine, quando Meloni parla da capo indiscusso della sua creatura, Fratelli d’Italia, è inevitabile che tocchi le corde dei suoi seguaci, usi toni, lessico e argomenti cari alla sua storia politica e in sintonia con quello che i suoi fedelissimi si aspettano da lei.
Non è facile riuscire a tenere separati questi tre ruoli. Meloni ha forte carica e abilità comunicativa: anche i suoi avversari gliela riconoscono. Per questo può fornire un buon esempio di come tenere e cambiare i tre cappelli senza rinunciare a dire quello che pensa.