venerdì, 20 Dicembre, 2024
Salute

Chirurgia robotica, importante tecnica mininvasiva per la cura del tumore polmonare

Secondo le stime ogni anno si registrano circa 41.000 nuove diagnosi di tumore al polmone. Mentre le previsioni per la gran parte dei tumori indicano una diminuzione dei tassi di mortalità, permangono criticità per il carcinoma del polmone. La mortalità cresce del 5% e soprattutto tra le donne. Per gli esperti la prima causa di malattia è il fumo associato a circa un tumore su tre. L’immunoterapia, le terapie a bersaglio molecolare e la chirurgia robotica sono importanti metodi per la cura del tumore al polmone. In particolare, la chirurgia robotica permette di eseguire interventi con “un approccio meno invasivo e una precisione di movimento molto evoluta”. Questi sono i principali argomenti illustrati da Giulia Veronesi, direttrice del “programma strategico di chirurgia robotica toracica” presso l’Ospedale San Raffaele e professoressa presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, intervistata da Marco Klinger per Medicina Top, (Italpress).

Rapida ripresa

“La chirurgia robotica è l’evoluzione della toracoscopia – ha affermato la prof.ssa Veronesi. Permette di intervenire sull’asportazione dei polmoni o parti di essi con un approccio meno invasivo e una precisione di movimento molto evoluta, rendendo molto più semplice la chirurgia mini invasiva. Togliamo anche un polmone con una semplice incisione di tre centimetri – ha spiegato – Non ci sono più i tagli della parete toracica, ma tutto è effettuato con un approccio poco traumatico e una ripresa molto rapida col paziente dimesso con poco dolore rispetto alla chirurgia tradizionale”.

Come funziona

L’esperta ha descritto come funziona la chirurgia robotica e in che modo viene applicata all’oncologia polmonare. “Vediamo i dettagli anatomici del campo operatorio in tre dimensioni, il chirurgo lavora al computer con joystick e pedali, con le due mani controlla quattro braccia robotiche – ha spiegato Veronesi. – C’è un cambiamento di impostazione. Chi approccia a questo tipo di chirurgia inizialmente ha uno shock, la paura è che se c’è un sanguinamento non si è subito lì a controllarlo, in verità ci sono azioni che si possono controllare anche a distanza. Si ha tutta una procedura più sofisticata e anche più precisa. Si mantiene la concentrazione essendo in una postazione”.

I costi

Al riguardo, si è parlato anche dei costi. “I costi sono stati un limite importante – ha precisato Veronesi – ma con la concorrenza si stanno abbattendo. In più ci sono meno costi per le degenze e per i farmaci e meno personale infermieristico che deve stare sul paziente”. In merito ai sintomi “il tumore del polmone è silente, dà segni di sé quando è avanzato o dà metastasi. A volte si può riscontrare con tosse o affanno, ma è chiaro che tutti i fumatori hanno questi sintomi. Più raramente abbiamo sintomi neurologici di malattia avanzata”.

Assenza di screening sistematici

Una criticità in Italia è rappresentata dall’assenza di screening sistematici che rendono ancora più complesso intercettare in tempo i malati oncologici a livello polmonare. “Si discute moltissimo con le istituzioni sull’apertura dello screening polmonare a tutta la popolazione – ha dichiarato Veronesi al giornalista. – In Italia il numero dei fumatori tra uomini e donne si attesta al 23% e quelli che sono candidabili a uno screening sono circa 2 milioni, con un impatto importante e una riduzione potenziale della mortalità per tumori polmonari intorno al 30%. Siamo un po’ in ritardo rispetto al resto d’Europa, gli Stati Uniti hanno iniziato molto prima, hanno lo screening dal 2012. Tutte le linee guida dicono che va fatto, i politici sono d’accordo e penso che nell’arco di un paio di anni sarà fatto”.

I danni delle sigarette

Un importante fattore di rischio per il carcinoma del polmone è il fumo di sigaretta: “L’80% dei tumori ai polmoni nelle donne e il 90% negli uomini è dovuto al fumo di sigaretta sia attivo che passivo – ha sottolineato Giulia Veronesi -. L’inquinamento atmosferico invece contribuisce intorno al 7%, c’è una grossa differenza e poi sommando le due cose si aggiunge rischio a rischio. Per quanto riguarda la sigaretta elettronica, togliendo le sostanze da combustione del tabacco si elimina la cancerogenesi, rimane il tema di dipendenza da nicotina. Nei giovani è una vera e propria epidemia, la nicotina fa molto male”.

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