“Il governo e il ministero dei Trasporti non stanno mostrando la dovuta sensibilità verso un segmento chiave del turismo organizzato e del settore turistico in generale: le aziende di bus turistici. Avevamo chiesto una riforma che omogeneizzasse a livello nazionale i criteri di definizione e di accesso alle Zone a traffico limitato, uscendo dal caos delle iniziative estemporanee affidate ai singoli comuni. Invece stiamo andando incontro a una norma che discrimina in modo inaccettabile soltanto la categoria del trasporto turistico su gomma”. Lo commenta in una nota Franco Gattinoni, Presidente della Federazione turismo organizzato di Confcommercio. “La bozza in discussione delle misure attuative del decreto legge del governo Draghi dovrebbe stabilire quali città possono avvalersi delle Ztl e dovrebbe ridurre gli oneri amministrativi a carico dell’utenza – aggiunge Gattinoni –. Invece il testo alleggerisce i costi per tutte le categorie tranne che per i bus turistici. I coefficienti a loro applicati finiscono per moltiplicare in modo sproporzionato le tariffe sia rispetto ai veicoli leggeri che addirittura rispetto ai camion. Eppure un bus turistico, a parità di classe di emissioni, non inquina certo più di un altro mezzo pesante e, anzi, contribuisce a decongestionare il traffico di auto private. Non a caso, il servizio svolto con autobus turistici è spesso integrativo del Trasporto pubblico locale. Allora, chiediamo, perché devono pagare cinque o sei volte di più? Perché solo il turismo deve diventare la mucca da mungere a beneficio dei bilanci comunali?”.
Costi esorbitanti
“Siamo di fronte a un ramo del turismo organizzato che è fondamentale per i viaggi di gruppo, a partire da quelli di istruzione. Già oggi un bus M3 paga 150 euro per varcare la Ztl a Milano e 160 euro a Roma. Con queste norme le cifre potrebbero schizzare fino a 480 euro. Altro che riduzione degli oneri amministrativi. Infine – conclude il presidente Fto – queste aziende hanno bisogno di certezza e trasparenza regolatoria per poter programmare il loro lavoro. Eppure ad oggi non esiste nemmeno una piattaforma digitale su cui informarsi in modo rapido circa tutte le Ztl comunali e ottemperare agilmente agli obblighi documentali. Bisogna spesso effettuare lunghe indagini sui motori di ricerca e i siti web delle singole città prescrivono modalità differenti di caricamento delle richieste di permesso. Ecco perché chiediamo almeno un portale unico nazionale per semplificare la consultazione e l’acquisto delle autorizzazioni da parte dell’utenza”.