Una camera da letto in Malesia è diventata una prigione per una ragazza di 14 anni che si sacrifica per salvare la sua famiglia, intraprendendo un viaggio terrificante dalla sua terra natale, il Myanmar, verso un Paese che non aveva mai visto, per sposare un uomo che non aveva mai incontrato. Non è stata una sua scelta. Niente di tutto questo lo era. Non la decisione di lasciarsi alle spalle tutto ciò che sapeva, né il matrimonio combinato per il quale non era pronta. La ragazza racconta che la sua famiglia era povera, affamata e terrorizzata dall’esercito del Myanmar, il quale ha scatenato una serie di attacchi su vasta scala contro la minoranza musulmana Rohingya del paese, nel 2017. In preda alla disperazione, un vicino ha trovato un uomo in Malesia disposto a pagare 18.000 ringgit (circa 3.800 dollari) per il viaggio della ragazza: dopo averlo sposato, ha inviato denaro ai suoi genitori e ai tre fratellini per il cibo. E così, l’adolescente, identificata insieme a tutte le ragazze di questa storia dalla sua prima iniziale per proteggerla dalle ritorsioni, ha salutato in lacrime i suoi genitori. Poi è salita sull’auto di un trafficante piena di bambini. Non conosceva ancora gli orrori che l’attendevano. Tutto ciò che sapeva allora era che il peso della sopravvivenza della sua famiglia gravava sulle sue esili spalle. Ora siede nella sua camera da letto, nella capitale malese di Kuala Lumpur. La sua figura sottile avvolta in un pigiama di orsacchiotto. La stanza è priva di mobili, le pareti bianche e spoglie sono scheggiate e macchiate. Dal soffitto pende una corda annodata, progettata per sostenere un’amaca per eventuali bambini.