Non è stato facile, ma alla fine la Cop28 si chiude con un accordo approvato all’unanimità considerato storico. Slittando di un giorno per non perdere l’ultima occasione utile per raggiungere l’obiettivo di eliminare gli effetti dei gas serra, nella sessione plenaria conclusiva i delegati hanno adottato la bozza preparata dagli Emirati Arabi Uniti, che chiede una “transizione” verso l’abbandono dei combustibili fossili. “Siamo arrivati molto lontano insieme in poco tempo – ha commentato soddisfatto il presidente della Cop28, Sultan Al Jaber -, abbiamo lavorato duramente perché ci fosse un futuro migliore per il Pianeta e dovremmo essere orgogliosi di questo accordo storico”. La decisione per accelerare l’azione per il clima è stata accolta con una standing ovation e prolungati applausi. “Abbiamo gettato le basi per realizzare un cambiamento”, ha affermato Sultan Al Jaber, che ha ringraziato “di cuore” i presenti. ”Le future generazioni vi ringrazieranno – ha aggiunto il presidente della Cop di Dubai -, non conosceranno ciascuno di voi, ma saranno grati per la vostra decisione”. L’accordo prevede una transizione accelerata e irreversibile dai combustibili fossili, indispensabile per mantenere il target di contenere l’aumento delle temperature medie a 1,5 gradi centigradi e strada maestra verso la fine, seppur graduale, dell’estrazione di carbone, petrolio e gas. “Il mondo ha appena adottato una decisione storica”, ha ribadito anche il commissario europeo per l’azione per il clima, Wopke Hoekstra e, sulla stessa lunghezza d’onda, l‘inviato americano John Kerry, ha trovato il documento “un motivo per essere ottimisti” in un mondo in conflitto. Più cauto, invece, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che su X ha scritto: “L’eliminazione dei combustibili fossili è inevitabile. Speriamo che non arrivi troppo tardi”. Per il vicepresidente del Consiglio italiano e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il pacchetto Global Stocktake approvato alla Cop28 è ambizioso e tiene conto di un processo di transizione energetica giusta, ordinata ed equa: “una transizione pragmatica con un riconoscimento alla tecnologia nucleare strategica per il raggiungimento di zero emissioni nel 2050”. Anche per il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica, Vannia Gava, l’accordo è “serio e realistico”, ma ha aggiunto: “Ora tocca a tutti declinare con azioni concrete gli impegni presi”. L’industria fossile, quindi, avrà i giorni contati, ma a qualche cosa si è dovuto rinunciare. “I Paesi più ricchi hanno chiaramente rifiutato di offrire nuovi finanziamenti per aiutare i Paesi in via di sviluppo a rendere questi obiettivi una realtà raggiungibile – ha fatto notare la responsabile globale di ActionAid per la giustizia climatica, Teresa Anderson -. I Paesi ricchi vogliono avere la botte piena e la moglie ubriaca. Ma dovrebbero ricordare che non esistono obiettivi climatici gratuiti. Questo testo significa che i Paesi a basso reddito, già indebitati a causa dei costi dei disastri climatici, potrebbero essere costretti a fare scelte impossibili tra sicurezza economica e azione per il clima”.
Cristina Calzecchi Onesti
Giornalista ed esperta di comunicazione aziendale. Dopo esperienze in tutta la comunicazione, dagli uffici stampa alle Relazioni esterne, ai Rapporti istituzionali, per quasi dieci è stata assistente parlamentare, portavoce e spin doctor alla Camera e al Senato. Da sempre si occupa di politica, sociale, diritti civili e ambiente.