lunedì, 23 Dicembre, 2024
Esteri

Netanyahu gela Usa ed Ue “Anp? È come Hamas”

Se Stati Uniti, Europa e Italia chiedono come unica soluzione al conflitto in Medio Oriente la nascita di due Stati per due popoli, ieri a spegnere la proposta è stato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Per il leader israeliano, non sarà possibile. Le motivazioni le ha indicate alla commissione Esteri e Difesa della Knesset. “La differenza tra Hamas e l’Autorità nazionale palestinese è solo che Hamas vuole distruggerci qui e ora e l’Autorità nazionale palestinese vuole farlo per gradi”, ha sottolineato Netanyahu. Il primo ministro israeliano ha inoltre insistito nel non considerare l’Anp come un’opzione praticabile per governare Gaza dopo la guerra con Hamas, citando il suo sostegno indiretto al terrorismo attraverso l’istruzione e il pagamento di stipendi ai terroristi e alle loro famiglie. L’amministrazione Biden, – come l’Europa e l’Italia – al contrario, prevede una Anp “rivitalizzata” che svolgerà un ruolo centrale nella Gaza del dopoguerra.

Ostaggi, la conta delle vittime

La sorte drammatica degli ostaggi è tornata ieri sera in primo piano. Secondo fonti di Tel Aviv dal 7 ottobre scorso “Hamas ha ucciso 20 ostaggi israeliani in cattività a Gaza”. La notizia arriva da Eylon Levy, portavoce del governo nel briefing quotidiano con la stampa. “Gli ostaggi a Gaza”, ha proseguito, “sono 137: di questi, 117 sono maschi e 20 femmine. 126 sono cittadini israeliani e 11 stranieri. 10 del totale hanno oltre 75 anni ci sono anche due bambini, i Bibas”. “Hamas” ha sottolineato, “continua a detenere i cadaveri degli ostaggi uccisi”.

Armi al fosforo, condanna Usa

Altro tema l intensificarsi dei raid e combattimenti. Allo scenario di distruzione e morte di aggiunge anche l’uso di armi proibite.
Gli Stati Uniti sono “certamente preoccupati” dalle notizie riguardanti l’uso di munizioni al fosforo bianco da parte di Israele in aree abitate dai civili. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing a bordo dell’Air Force One. Kirby ha ricordato che le munizioni al fosforo bianco hanno una “utilità militare legittima” e che gli Usa, nel fornire atrumenti militari ai Paesi alleati “si aspettano” che questi vengano “usati legittimamente e in linea con le leggi di guerra”. E’ stato il Washington Post a riferire che Israele avrebbe usato munizioni al fosforo bianco da 155mm, provenienti dagli arsenali Usa, per bombardare un villaggio nel sud del Libano.

La minaccia Hezbollah

Il rischio di una espansione del conflitto diviene anche più realistico. Ieri il ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz, ha avuto un colloquio con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, nel corso del quale ha sottolineato che “Israele dovrà rimuovere la minaccia rappresentata da Hezbollah lungo il confine settentrionale”. Lo ha reso noto l’ufficio di Gantz in una nota riportata dal Times of Israel. Nel corso del colloquio il ministro ha anche ringraziato Blinken per il veto posto dagli Stati Uniti alla risoluzione presentata la scorsa settimana al Consiglio di sicurezza Onu per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Hamas rivendica un califfato

Sul fronte opposto ieri è tornata a far sentire la sua voce il gruppo terroristico di Hamas.
“I palestinesi sono sempre stati combattenti in tutta la Storia. Adesso si preparano a liberare Gerusalemme e la moschea al-Aqsa. Voglio dirlo chiaro: si preparano a costituire un Califfato. Gerusalemme sara’ la capitale non solo della Palestina e di un Stato indipendente, ma di un Califfato islamico’”. La richiesta è arrivata attraverso la Tv al-Aqsa di Hamas, è fatta dal ll’ex ministro degli interni di Hamas Fathi Hammad. Secondo il centro di monitoraggio Memri Hammad ha definito Abu Mazen “patetico”, auspicando che si faccia da parte. Il sito Ynet rileva che al-Fatah ha replicato a Hammad accusando Hamas di ”degenerazione morale” e chiedendo pubbliche scusa”.

Attacco sventato da Israele

Soldati israeliani hanno sventato un tentativo di miliziani di Hamas di assaltare il loro accampamento. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui “riservisti della 6/a Brigata hanno ricevuto dall’intelligence l’informazione di un attacco programmato da parte di Hamas”. I soldati – ha aggiunto – hanno aperto il fuoco contro “armati di Hamas usciti da un tunnel” che poi è stato fatto esplodere

Volontari Onu, “noi abbandonati”

Il personale dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nella Striscia di Gaza si sente “abbandonato dalla comunità internazionale” dopo il veto posto dagli Stati Uniti alla risoluzione Onu che chiedeva un immediato cessate il fuoco del conflitto in corso dal 7 ottobre scorso. Lo ha detto il direttore dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, alla Cnn. “Va oltre la delusione. Si sentono abbandonati dalla comunità internazionale – ha detto Lazzarini ad Arish, in Egitto – non riescono ancora a capire perché, dopo che 17 mila persone sono state uccise, dopo che quasi tutta la popolazione è stata sfollata, non riusciamo ancora a trovare un accordo per un cessate il fuoco”.

I fondi per Gaza del Qatar

Il Qatar continuerà a finanziare Gaza per sostenere l’enclave, come fa da anni. Lo ha ribadito ieri sera alla Cnn il ministro per gli Affari esteri Mohammed bin Abdulaziz Al-Khulaifi. “Non cambieremo il nostro mandato, il continuo aiuto e sostegno ai nostri fratelli e sorelle della Palestina. Continueremo a farlo sistematicamente come abbiamo fatto in precedenza”, ha detto. Le affermazioni del ministro qatarino piombano nel contesto di una crescente rabbia in Israele per anni di pagamenti da parte dello Stato del Golfo ad Hamas, nell’ambito di un accordo che vedeva diplomatici del Qatar arrivare nell’enclave ogni mese con valigie contenenti 15 milioni di dollari in contanti, che avrebbero dovuto contribuire a pagare i dipendenti pubblici di Gaza. Le immagini del 2018 mostravano i lavoratori in fila per ricevere banconote da 100 dollari. Israele approvò l’accordo in una riunione del gabinetto di sicurezza nell’agosto 2018, durante un precedente mandato di Benyamin Netanyahu come primo ministro. All’epoca, Netanyahu era stato criticato per essere stato morbido con Hamas. Dopo che l’inviato del Qatar a Gaza, Mohamed Al Emadi, ebbe consegnato le prime valigie di contanti nel novembre 2018, Netanyahu difese l’iniziativa: “Sto facendo tutto il possibile in coordinamento con gli esperti di sicurezza per riportare la calma nei villaggi (israeliani) del sud, ma anche per prevenire un disastro umanitario (a Gaza). È un processo. Penso che in questo momento questo sia il passo giusto”.

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